Cultura – La lanterna e l’ospite Carofiglio


(di Carlo Di Stanislao) – UNA LANTERNA PER L’AQUILA – Un momento di grande fermento e di molteplici attività quello vissuto negli ultimi mesi dall’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La Lanterna Magica”, svolto nel pieno spirito dell’ente, la cui vocazione si esplica ormai da più di trent’anni nella diffusione e promozione della cultura cinematografica, e nella consapevolezza che la rinascita della città non possa assolutamente fare a meno delle tante iniziative di qualità che precedentemente la caratterizzavano. Innanzitutto la riapertura, nello spazio antistante la sede storica presso il Parco di Collemaggio, di una parte degli uffici dell’Istituto, e in particolar modo dei laboratori della Cineteca, per permettere il controllo e la revisione meccanica delle preziose pellicole conservate, alcune delle quali saranno “adottate” da istituzioni amiche di tutto il territorio italiano per mezzo di iniziative di gemellaggio che permetteranno di reperire i fondi necessari per il restauro delle copie più danneggiate dal sisma. Allo stesso tempo La Lanterna Magica sta pensando ad una raccolta e monitoraggio di tutti i documentari ma anche dei semplici filmati video girati dopo il terremoto, materiale che sarà poi classificato e a disposizione di tutti non appena ci saranno le condizioni per poter riaprire al pubblico la Mediateca “Giovanni Tantillo”, altro importante servizio offerto dall’Istituto e punto di riferimento per tutti gli appassionati di cinema e non solo. Appena spenti poi i riflettori sulla fortunata rassegna “L’Aquila nel cinema” organizzata in collaborazione con la Carispaq, eccone subito un’altra organizzata insieme alla Cooperativa 180, “Matti per il cinema”, che propone per sei domeniche alle ore 21 cinema di qualità nella significativa sede di Piazza Duomo. E già in cantiere altre iniziative che culmineranno con nuove rassegne per l’autunno, tra le quali la nuova attesa edizione dell’ormai consolidata “Cinema e Pschiatria”. Per i frequentatori della rete da segnalare infine l’importante collaborazione con la rivista online di cinema Cabiria (www.cabiriamagazine.it), per la quale l’Istituto ha pubblicato un articolo sul film Draquila e ha iniziato a curare una rubrica dedicata ai fasti della grande commedia all’Italiana, a firma del responsabile artistico dell’ente, il critico cinematografico Piercesare Stagni. (Nell’immagine una lanterna magica del 1750 circa)

CAROFIGLIO E GLI INCONTRI A LETTERE – Nei suoi romanzo tutto è memoria, citazione, ricordo, come per i protagonisti di “Scoprendo Forrester” di Gus Van Sant. Della sua opera ci si può innamorare, ma può anche non piacere affatto, se si cerca un’occasione di svago superficiale. Per me il Carofiglio più autentico è quello de “L’arte del dubbio”, pubblicato da Sellerio nel 1997, quando era uno sconosciuto magistrato, ben lontano dai romanzi che ne hanno fatto uno degli autori più amati dal pubblico: la serie dell’avvocato Guerrieri e “Il passato e una terra straniera”. Quel manuale concepito come breviario su come condurre un interrogatorio ci fa far scoprire in che modo affinare le proprie armi conoscitive, visionare e fantastiche. La penna del magistrato senatore e scrittore barese ha ormai cadenza quasi semestrale. Ma nell’ultima produzione l’impegno è di maggior consistenza rispetto alle ultime uscite, i recenti divertissements delle “Perfezioni provvisorie” e del “Paradosso del poliziotto”. Nella sua ultima fatica (“Non esiste saggezza”, di Laterza), dimostra infatti come, anche se si è affermati, occorra rischiare e scegliere ogni volta vie nuove, pur conservando la memoria del passato. Il libro non è un romanzo, ma una commistione di genere: un’antologia di racconti, brevi e lunghi, surreali e concretissimi, semplicemente vari. Sarà lui a chiudere, giovedì prossimo 3 giugno, nelle aule della sede provvisoria di Bazzano della Facoltà di Lettere e Filosofia, “Gli Incontri aquilani della Facoltà di Lettere”, parlando certamente delle sue ultime fatiche (“Le perfezioni provvisorie” e “Non esiste saggezza”), ma anche del mestiere di scrittore e dell’arte di scrivere e osservare. Con lui si conclude nel migliore dei modi la serie di incontri inaugurata da Franco Battiato e proseguita con Dacia Maraini, Vito Mancuso e Marco Paolini, incontri letterali, teologici e teatrali, che hanno riscosso grande consenso. A partire dalle 11, ascoltarlo e parlare con lui, servirà per meglio conoscere le diverse anime di Carofiglio: magistrato, scrittore e uomo politico che svolge egregiamente tutti e tre questi ruoli. “Le cose non esistono se non abbiamo le parole per chiamarle”, ha scritto di recente, invitando allo studio e all’attenzione, intesi come elementi centrali di riscatto esistenziale e morale, da lasciare come viatico per le nuove generazioni.


02 Giugno 2010

Categoria : Cultura
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