Si può vivere in una città del genere?


L’Aquila – I problemi della città del doposisma sono tanti, grandi, sempre maggiormente gravi. A tanti, ogni giorno di più, appare sempre più problematico tornare a vivere (o sopravvivere) dopo ciò che è accaduto, e nel momento attuale, nel quale L’Aquila sembra una città del tutto gettata via, abbandonata, ferita volontariamente da incurie da capestro. Sarebbe una elementare regoletta psicologica rendere la quotidianità più accettabile anche bandando alle piccole cose. Per esempio l’aspetto dell’ambiente in cui si è costretti a trascorrere ore ogni giorno, chiusi nelle auto imprigionate in un traffico sempre più nevrotico, costretto, snervante.
In qualsiasi luogo a maggio o giugno si taglia l’erba, si cerca di dare lavoro a qualche cassintegrato (il Comune ne conta parecchi) o a qualche disoccupato. Si pulisce l’ambiente, si rimuovono rifiuti e cartacce stratificate, resti di un’inciviltà diffusa nella città, che nessuno sa correggere o reprimere. E lo sporco richiama sporco, pian piano si crea la convinzione che sporcare sia un diritto, che “non fa niente, tanto…” Il quadro d’insieme è raccapricciante. In questa città non è possibile, semplicemente non è possibile, fare le cose normali che ovunque si fanno. E’ chiaro che non c’è nessuno che ordini perentoriamente di farle. Tagliare l’erba, pulire, riordinare, rimuovere rottami e rifiuti, spazzare marciapiedi, aggiustare bordi di aiole, chiedere all’ASM chi ha potuto pensare di collocare luridi e puzzolenti cassonetti del pattume negli spartitraffico degli incroci, circondati peraltro da vegetazione selvaggia alta come una persona. Tutto fa pensare che qui non ci siano: un sindaco; un assessore all’ambiente; un’azienda della nettezza urbana; dei vigili che rilevino situazioni e le segnalino; dei responsabili di servizi che, se non li svolgono, debbono essere tolti di mezzo. Semplicemente questo. In ogni altra città o paese, ripetiamo, certe cose si fanno, forse qualche volta in ritardo, ma si fanno.
Qui sporcizia e suqllore sono abituali, consueti, accettati e quasi normali. Noi abbiamo scattato delle foto, il giorno 8 giugno. Giudicate e dite in tutta onestà: si può vivere in una città del genere? (Nelle foto Col: una specie di rotatoria sconnessa, sporca, malconcia; un aprcheggio presso la multisala Movieplex, un incrocio con cassonetti in via Comunità Europea: parlare di sconcio è poco. Intorno una quantità di case vuote, cadenti, o cantieri)


08 Giugno 2010

Categoria : Cronaca
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