Parafarmacie: Sconci risponde a Piccone


L’Aquila- Il presidente dell’azienda delle farmacie dell’Aquila, Vittorio Sconci, scrive: “Invio la presente in relazione all’articolo apparso sulla stampa e riguardante la trasformazione di Parafarmacie in Farmacie con conseguente raccolta di un miliardo di euro da destinare alla ricostruzione de L’Aquila. Tale sarebbe il risultato cui vorrebbe giungere l’emendamento proposto dai senatori Piccone e Tancredi. La via per ottenere la somma in questione sarebbe quella di far pagare 300.000 euro ai titolari di parafarmacie, purché laureati in farmacia ed iscritti al relativo albo professionale, in cambio della trasformazione “in deroga a tutte le disposizioni di cui alle leggi vigenti in materia”. Il tutto, oltre ad aiutare L’Aquila, sarebbe in linea, come affermano i suddetti Senatori, con la politica del Governo che prevede “lotta alle lobby, meritocrazia, sviluppo, occupazione e liberalizzazioni”. Purtroppo il problema non è di così semplice soluzione e, soprattutto non è analizzato nella sua interezza.
Cominciamo a chiarire che l’emendamento proposto non prevede una specificità per l’Abruzzo o per L’aquila ma è valido erga omnes come tutte le leggi di questo Paese. Quindi, come peraltro naturale, nessuna specificità per l’Aquila e per il suo “cratere”.
Inoltre è bene fare alcune riflessioni di carattere generale:
1. la farmacia è un servizio sanitario ubicato sul territorio che non può e non deve rispondere a considerazioni di carattere meramente economico o di mercato. Il perché è subito spiegato, da ultimo dalla Corte di Giustizia Europea: ancora una volta la tutela di un interesse fondamentale come la salute pubblica (public health) è da considerarsi superiore rispetto al pur riconosciuto contrasto con la normativa comunitaria di una norma nazionale che preveda una preventiva autorizzazione e il rispetto di alcuni requisiti (pianta organica).
2. Le regole del libero mercato,sostengono i giudici europei, potrebbero non essere sufficienti a garantire e tutelare il diritto alla salute, considerato fondamentale per ciascun cittadino UE. Infatti, il sistema contingentato di apertura delle farmacie deve servire ad evitare che alcune aree territoriali di un Paese possano risultare scoperte di un servizio (quello farmaceutico) che integra il diritto (fondamentale) alla salute. Conseguentemente, continuano i giudici, fasce deboli della popolazione (anziani e malati) avrebbero notevoli difficoltà ad ottenere farmaci, qualora le mere leve del mercato spingessero all’attivazione (apertura) di sedi farmaceutiche, che potrebbero essere aperte solo in zone con alta densità di popolazione, lasciando così scoperte zone disagiate-ovvero-meno-popolose. (Nella foto Vittorio Sconci)


29 Giugno 2010

Categoria : Dai Lettori
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