Finalmente Chieti ipogea ai cittadini: la città disvela il suo passato preromano e romano


Chieti – (di G.Col.) – La città potrà disporre, turisticamente e culturalmente, del proprio prezioso patrimonio archeologico urbano, i templi romani, per decenni trascurati, mal tenuti e non fruibili. Il Sindaco Di Primio, domani sabato 17 luglio 2010, alle ore 10, in Piazza Templi Romani (fronte cantiere ex Biblioteca provinciale), alla presenza del Soprintendente ai Beni Archeologici d’Abruzzo, Andrea Pessina, terrà una conferenza stampa per l’apertura ufficiale del Complesso Archeologico dei Templi Romani dove verrà collocato un Infopoint turistico culturale. A seguire, alle ore 10.30, visita guidata, riservata ai giornalisti, nella Chieti Ipogea (con ingresso da Via Spaventa – diciotto metri sotto il livello strada – per visitare cunicoli in argilla, e da Via Gizzi per la visita di una Cisterna Romana) a cura del Consigliere Comunale, Vice Capogruppo del PDL, Emiliano Vitale, e dello Speleologo, Errico Orsini.
“Sulle vestigia dei romani – vestigia dell’antica Teate – si legge su un sito della Provincia – si possono ammirare in Piazza dei Templi romani, dove sono situati tre tempietti, di cui due gemelli, in opus reticulatum, risalenti al I secolo d.C.. Tali edifici chiudevano il lato nord-ovest del foro romana, la cui area si estendeva fino all’attuale Corso Marrucino.Non lontano, su Via di Porta Napoli, i resti del Teatro romano scavato salo in parte e risalente all/lì sec. La cavea di 84 m di diametro sfruttava, nella sua parte mediana, il pendio della collina; raffinato l’uso misto di opus cementicium bianco e cotta. Su Via Giovanni XXIII guardano le Terme, la più significativa emergenza architettonica della città romana. Una grande cisterna, ben conservata, scavata nel tufo della collina, formata da nave ampi vani a botte, forniva l’acqua alle terme ma, probabilmente, costituiva anche la riserva idrica della città; attraverso una scala si scende negli ambienti termali: da ammirare, nella prima stanza, il mosaico pavimentale raffigurante un delfino attorno ad un tridente e due ippo-campi. Seguono gli ambienti riscaldati ad aria calda e quelli di servizio”.
L’archeologia a Chieti è sempre stata considerata (pur essendoci la sede regionale della Sovrintendenza) in modo insufficiente e approssimativo. Basta andare su Internet e cercarla: c’è poco e niente. Incultura stratificata di amministratori e politici cittadini per decenni, inettitudine degli apparati turistici regionali e locali, inerzia generale e per di più scarsità di fondi per scavi e ricerche. Invece, di archeologia si può vivere e anche bene. Speriamo che sia la volta buona, pur senza ricorrere a leggende e fantasie sulla dea Maja e su Enea fondatore della città sul colle. Basta la storia reale, quella scientifica e documentata, per dare a Chieti lo scettro di città antichissima e dal passato illustre. Quanti lo conoscono tra coloro che guidano i palazzi teatini?
(Nella foto la zona dei tre tempietti romani)


16 Luglio 2010

Categoria : Storia & Cultura
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