Crisi Calascio, a rischio manifestazioni


Calascio – Scrive Marco De Amicis: “L’architetto Dario Banaudi, insieme ad un gruppo di amici professionisti, ognuno nel proprio campo, un anno fa subito dopo il terremoto decise di aiutare l’Abruzzo ed il territorio dell’Aquila in maniera diretta lavorando ad un progetto di rinascita del territorio, per l’Abruzzo e per gli abruzzesi. Fondò l’associazione “Una Luce per la Rinascita” e scelse Calascio come luogo per il suo progetto.
L’illuminazione della Rocca di questo fine luglio sarebbe stato l’inizio di un vero e proprio piano di riqualificazione del
territorio. La notizia dello scioglimento del Comune di Calascio èstato un brutto colpo per Banaudi ed i suoi collaboratori, che a pochi giorni dall’evento ora temono per le realizzazione dello stesso. “Devo essere sincero, sono seriamente preoccupato e mi domando come un paese
semi abbandonato di 100 abitanti come Calascio, dove le elezioni si
decidono tra famiglie e per quattro o cinque voti, possa essere
oggetto di smanie di potere per spartirsi i pochi e trascurati beni di
un territorio che, lasciato a queste continue diatribe da cortile,
rischia di morire. E questo Calascio non lo merita, non lo merita
l’Abruzzo e non lo meritano quegli abruzzesi che hanno ancora un senso
civico integro e che avrebbero più da insegnare che apprendere da chi
li amministra”. Queste le parole di Dario Banaudi, che ha dedicato
quasi interamente il suo ultimo anno ad organizzare la ‘rinascita’ di
Calascio. “Sono arrivato qui con qualche amico ed intanto abbiamo
illuminato a costo zero (contando solo sui propri mezzi e sull’aiuto
di pochi amici, insieme a due generosi quanto limitati aiuti
finanziar) la meravigliosa Rocca di Calascio. Abbiamo messo in piedi
un progetto di scuola d’Arte grazie alla Società Umanitaria di Milano,
uno di Cooperativa agrcola, uno di un museo del territorio ed una tre
giorni di eventi medievali, con tanto di esibizione di scuola di
falconeria, sempre usando il proprio tempo ed i propri mezzi. Ed in
questo anno, fin dall’inizio, ci sono state in paese, boicottaggi,
lettere anonime, pettegolezzi su disgrazie altrui, insomma tutto il
miserabile armamentario che ormai è ridotta ad usare la “politica”
quando è mossa da interessi personali e dimentica che il suo scopo
sarebbe il governo virtuoso della città e dei suoi abitanti. Con il
risultato che ora si rischia di compromettere tutto. E’ un rischio
però che proveremo con tutte le nostre forze ad evitare – ha concluso
Banaudi – perché siamo convinti di fare il bene dell’Abruzzo e di
questi luoghi, che ci hanno stregato ed adottato e per i quali vale la
pena battersi”.

Marco De Amicis
Tel. +39.338.6817499


24 Luglio 2010

Categoria : Dai Lettori
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