Rapagnà: commissari, strani atteggiamenti


L’Aquila – Scrive Pio Rapagnà, Mia Casa: “Perchè i Commissari delegati alla ricostruzione e le altre Istituzioni preposte non hanno “riparato” immediatamente e resi agibili e sicuri gli alloggi e gli edifici pubblici danneggiati dal terremoto e classificati A, B e C?
IL PATRIMONIO ABITATIVO PUBBLICO, così tanto duramente colpito è, sul piano della coesione sociale e della riaggregazione familiare, “molto prezioso”, ed è, per la rilevanza pubblica e per la qualità dell’intervento da realizzare, un sicuro e solido punto “strategico trainante” per la stessa ricostruzione e la ripresa della vita e delle attività nella Città dell’Aquila e degli altri Paesi del cratere.
Esso è composto da:
- 4.000 alloggi ATER distribuiti nella maggior parte dei Comuni del cratere;
- 1.259 “Case Parcheggio” di proprietà dei Comuni;
- 5.784 appartamenti realizzati da Cooperative e Consorzi attraverso i fondi pubblici ed ex-GESCAL delle Edilizia convenzionata, agevolata, contrattata, e acquistati con parte dei contributi prima casa;
- 876 abitazioni degli Enti vari a partecipazione pubblica.
I 4.000 alloggi “popolari”, gestiti principalmente dall’ATER e dal Comune dell’Aquila, hanno avuto il seguente esito rispetto alla “classificazione di agibilità”:
il 54,4 % con esito A – 2.176 alloggi sono stati dichiarati agibili;
* il 15,6% con esito B – 624 alloggi dichiarati temporaneamente inagibili, ma resi agibili con provvedimento di pronto interevento;
* il 3,9% con esito C – 156 alloggi dichiarati parzialmente inagibili;
* l’1,3% con esito D – 52 alloggi dichiarati temporaneamente inagibili da rivedere con approfondimento;
* 21,3% con esito E – 852 alloggi dichiarati totalmente inagibili;
* 3,5% con esito F – 140 alloggi dichiarati inagibili per rischio esterno.
Il compito che spettava, e ancora spetta, per quanto di competenza e responsabilità, ai Commissari delegati del Governo, alla Giunta e al Consiglio regionale, ai Comuni, alle ATER e alle Province interessate, era quello di “rendere” agibili e sicuri nel giro di qualche mese gli alloggi e gli edifici classificati A, B e C, per fare ritornare a casa più del 70% delle famiglie sfollate e lontane dall’Aquila, e cioè quasi 2.956 nuclei familiari, tra cui anche giovani coppie, anziani e persone sole, corrispondenti ad oltre 9.000 persone su 12.000 sfollate nella sola Edilizia Residenziale Pubblica, mentre altre 1.000 famiglie, pari a circa 3.000 persone, avrebbero nel frattempo trovato accoglienza attraverso il “Progetto C.A.S.E.”, nei M.A.P. E altre sistemazioni, in attesa della “ricostruzione pesante” degli alloggi ed edifici classificati D, E ed F.
Perchè, dunque, i Commissari delegati alla ricostruzione, Chiodi e Cialente, e le altre Istituzioni preposte, Regione, Province, Comuni e ATER non hanno “riparato” immediatamente e resi agibili e sicuri gli alloggi e gli edifici pubblici danneggiati dal terremoto e classificati A, B e C?
Che giustificazione adducono per il loro non intervento, per i ritardi e per la mancata utilizzazione delle ingenti risorse economiche messe a loro disposizione sin dall’immediato post-terremoto? E perchè, in tutti questi mesi, su questo e su altre quotidiane richieste del Mia Casa, hanno fatto “spallucce e orecchie da mercante”? Di fronte a chi ne risponderanno, per ora e per allora?”.


01 Agosto 2010

Categoria : Cronaca
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