Tendopoli, qualche cosa di strano…


L’Aquila – Non pubblichiamo anonimi, nè scritti di persone di cui non conosciamo l’identità. Facciamo un’eccezione per la seguente lettera, dato l’interesse degli argomenti che tratta: “Vi segnalo un fatto che sta accadendo in una tendopoli, presumibilmente anche nelle altre: far fare dei servizi agli sfollati sul tipo pulire i bagni e lavori in cucina. Detto così non ci sarebbe nulla di male, però è da notare che in questa situazione, nonostante si sia tutti nello stesso luogo, non ci si stia però tutti alle stesse condizioni. Gli operatori della protezione civile sono in buon numero e naturalmente non si occupano certo, a livello operativo, della pulizia dei bagni (attività svolta, al momento, dai volontari), però sono stipendiati, probabilmente anche con trasferta: insomma, al di là della gratitudine, ricevono tutto quanto, a norma di legge, gli spetti, fino all’ultimo centesimo.
Del problema della pulizia dei servizi se ne è fatto anche una questione morale, a mio avviso per far sì che spontaneamente ci fossero le prime adesioni: il volontariato è bello, il volontariato è buono e, per differenza, chi non dovesse condividere, risulterebbe brutto e cattivo. A mio avviso si è messo su un meccanismo psicologico per far sì che la gente della tendopoli si offrisse spontaneamente per questo lavoro che, evidentemente, non può essere imposto. Una frase di un gestore del campo, che potrebbe essere rivelatrice, è la seguente: “In un primo tempo, a chi non dovesse aderire a questa proposta, non fateglielo pesare”.
Ma si tratta di un lavoro vero e proprio! Infatti per poterlo svolgere c’è bisogno di iscriversi ad una associazione di volontariato in modo da avere la copertura assicurativa INAIL. È anche stato detto che con ciò si parteciperebbe alla gestione del campo: a me è venuto in mente l’Iraq, con gli americani che, tenendo per loro il potere economico e militare, lasciano che gli iracheni elegano il loro parlamento. Perché, nel caso, la partecipazione alla gestione dovrebbe includere molto di più, come l’accesso alla cassa e anche a quei servizi amministrativi e gestionali per i quali invece sembrerebbe che il personale non manchi affatto, anzi! Ora il punto è: quanto viene speso per tutto questo? Ben tre milioni di euro. In cosa vengono spesi? In una molteplicità di cose. Ma le cose, i servizi che vengono acquistati e utilizzati, sono resi da chi li fornisce a prezzo di costo, oppure con il legittimo ricarico del guadagno? Quando i fornitori locali chiedono che ci si rivolga a loro per le forniture, intendono dire che le daranno senza guadagnarci, per solidarietà, per umanità, oppure è proprio perché riprendano a guadagnarci, che lo chiedono? Il legname acquistato, le derrate alimentari acquistate, la corrente fornita, il gasolio, i cavi elettrici ecc. sono stati regalati o sono stati pagati compreso il leggittimo riarico di tutta la fliera che si trova a monte, via via fino al fornitore della materia grezza? Se gli operatori della protezione civile non ricevessro più lo stipendio, ma fossero invitati a continuare la loro opera in base ad un sentimento di “volontariato”, quanti ne resterebbero sul campo?
Ho sentito, in tv, di noti e grossi produttori locali per i quali ci si rammarica che quest’anno la loro produzione e vendita potrebbe diminuire, tanto che si son raccolte offerte da fuori, di acquirenti, per scongiurare che questo accada. Insomma, a me pare che molti, se non moltissimi, spingano per essere almeno sfiorati da questo considerevolissimo flusso di denaro: solo per l’attendato, che deve pulire i cessi, i soldi per pagarlo non ci sono. La tendopoli è gestita, amministrata dalla Protezione Civile, la pulizia dei bagni è, e deve riamenre, un problema della Protezione Civile. Quando andiamo in ospedale mica ci invitano a pulire i bagni! Così quando i nostri figli vanno a scuola, mica devono pulire i bagni! O quando i dipendenti pubblici e privati vanno al lavoro, mica si portano dietro secchio e strofinaccio e, tra una puasa e l’altra, si mettono a pulire i bagni! Perché invece lo sfollato dovrebbe farlo con tanta naturalezza, e gratis? Si sa che l’evasione fiscale in Italia è piuttosto altina. Credo che non esista uno, che sia uno, che non abbia mai avuto a che fare con un evasore, dal barbiere al dentista, dal piastrellista all’idraulico, persino quelli delle pompe funebri ti chiedono una somma e ne fatturano un’altra: è vero o no?
La tendopoli non è qualcosa venuto da un’altro pianeta, ma riflette, nel bene e nel male, la società così per come la conosciamo. Molti nella tendopoli di giorno vanno a lavorare ( e, fatalmente, ad evadere), dando, per questo motivo, una disponibilià molto ridotta per certi servizi. Restano, in bella vista, quelli senza lavoro: “Tu, che non hai niente da fare, perché non ti vai ad iscrivere al volontariato così poi puoi fare qualche servizio e ti rendi utile? Così, almeno, ti passa la giornata!”. Secondo questa logica l’ultimo, il più sfigato, l’escluso a prescindere, proprio in quanto tale dovrebbe servire tutti gli altri e, soprattutto, facendolo gratis (e, possibilmente, sorridendo, volontariamente, senza farlo pesare).
Credo che dei 3 milioni di euro almeno 2 sono di guadagno per gli altri, forse uno è quanto arriva effettivamente ai terremotati. Visto che c’è il problema dei servizi, e dato l’ordine di grandezza della spesa complessiva giornaliera, molto più umano sarebbe riunire i disoccupati in una cooperativa e pagarli per i servizi che potranno rendere, a questo punto anche quello di pulire i gabinetti. C’è gente, caro direttore (e lei, uomo attento e sensibile, lo saprà già) che si ritrova in tenda senza una lira! Costretto a chiedere aiuto a chi gli sta intorno anche per un paio di mutande o di scarpe da ginnastica. C’è chi, già in cattive acque, dall’oggi al domani si è ritrovato letteralmente senza nulla. A differenza di altri che, anche se subiti dei danni, proprio da questi sapranno come rimoltiplicare i loro averi. I primi dovrebbero pulire i bagni ai secondi”.


19 Maggio 2009

Categoria : Dai Lettori
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