Corruzione (2): quali erano gli obiettivi – Viavai di soldi per aiutare diversi candidati


Pescara – AIUTI ELETTORALI AL SINDACO BRUCCHI E A DI STEFANO? – (Nella foto Rodolfo Di Zio) – Così è stata sinteticamente ricostruita la vicenda che ha portato oggi agli arresti eccellenti disposti dalla magistratura di Pescara. Come retroscena, a dire il vero abbastanza sconcertanti, ragnatele di sostegni economici in più occasioni a politici ambiziosi e candidati a vari seggi amministrativi. Soldi per aiutare vari candidati, secondo l’accusa circolati in più occasioni perchè evidentemente l’affare imbastito era corposo e consentiva l’impegno di molto denaro per propiziarlo. Tutto costruito sui rifiuti e sul grande problema ambientale di quella che un tempo era pomposamente chiamata la regione verde d’Europa, cioè l’Abruzzo. Ora forse è rossa, ma di vergogna…
Il quadro che si conosce è naturalmente quello delineato dalla pubblica accusa, in indagini durate almeno due anni. Di diverso parere saranno sicuramente i difensori degli indagati e degli arrestati. In definitiva, uno scenario di strategie per concludere grandi affari nel campo dei rifiuti. L’assessore regionale Lanfranco Venturoni era presidente del Consiglio di amministrazione della Team spa, societa’ per la gestione dei servizi ambientali municipali del Comune di Teramo. Insieme con i fratelli Rodolfo (nella foto) e Ferdinando Di Zio , noti imprenditori nel campo dei rifiuti, soci e proprietari della Deco spa, Venturoni avrebbe messo in atto un piano di svuotamento della Team spa per favorire la Deco e far attribuire a quest’ultima societa’, senza la gara d’appalto, l’affidamento della costruzione e gestione di un impianto di bioessiccazione dei rifiuti a Teramo. Un’opera del costo di milioni di euro.
L’unico obiettivo era quello di favorire la Deco nella realizzazione dell’impianto. Sempre Venturoni si sarebbe appropriato del progetto per la costruzione dell’impianto (presentato dalla Team Spa alla Regione Abruzzo) per attribuirlo alla Deco, dietro pagamento forfettario dei costi di realizzazione del progetto (80.000 euro). Venturoni si sarebbe occupato dell’aumento di capitale sociale della Team tencologie Ambientali facendo in modo che la Deco conferisse il progetto dell’impianto avuto proprio da lui e che la Team Ambiente conferisse dei terreni situati a Terrabianca di Teramo, alla periferia della città. Nessuna preoccupazione per i presumibili ostacoli e per l’opposizione ambientalista che sicuramente la realizzazione di un impianto così vistoso avrebbe provocato a Teramo.
BRUCCHI – Il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, e’ indagato perche’ avrebbe ricevuto, come sostegno elettorale, ventimila euro dai fratelli Di Zio, imprenditori nel campo dei rifiuti. A chiedere il versamento di questa somma sarebbero stati, per l’accusa, l’assessore regionale Lanfranco Venturoni e il senatore Paolo Tancredi. Attraverso il finanziamento si puntava a garantire ai Di Zio l’affidamento dell’appalto per la realizzazione dell’inceneritore a Teramo senza procedere a regolare gara.
Le accuse, per il momento, sono da dimostrare.
DI STEFANO – Sono diversi gli episodi contestati al senatore abruzzese del Pdl Fabrizio Di Stefano. A febbraio 2009 i fratelli Rodolfo e Ferdinando Ettore Di Zio gli avrebbero versato una somma di denaro contante di importo non accertato ne’ dichiarato. Tra maggio 2008 e novembre 2009 sempre Di Stefano avrebbe chiesto a Rodolfo Di Zio e ottenuto (tramite la Deco) 10mila euro in favore dell’allora candidato sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, che era estraneo all’accordo corruttivo ma era legato al senatore del Pdl perche’ appartenenti allo stesso partito politico. Mascia (poi eletto sindaco di Pescara) non avrebbe fatto espressamente richiesta di questo finanziamento. Poi, a maggio e giugno 2009, i Di Zio avrebbero versato sempre al parlamentare abruzzese, che ne avrebbe fatto richiesta, altri 20mila euro, di cui 10mila versati dalla Ecologica Sangro e 10mila dalla Deco. I fondi erano destinati, in questo caso, al candidato al parlamento europeo Crescenzio Rivellini, il quale ha girato 5 mila euro a Di Stefano con un proprio assegno. Al centro degli accordi tra Di Stefano e i Di Zio ci sarebbe anche un appartamento in piazza della Rinascita, nel pieno centro di Pescara. I Di Zio avrebbero concesso al Pdl, su sollecitazione di Di Stefano, la proroga della locazione dell’appartamento (bloccando lo sfratto) rinunciando a parte dei profitti derivanti da questa locazione. A Di Stefano sarebbe stato promesso, sempre dagli imprenditori pescaresi, un aiuto economico ed elettorale da concretizzare in futuro e da specificarsi volta per volta, non solo per il senatore ma anche per i candidati a lui legati. In questo modo, sostiene l’accusa, Di Stefano avrebbe consolidato la propria posizione di potere e prestigio personale nell’ambito del partito. L’accusa sostiene anche che Di Stefano avrebbe indotto l’allora assessore regionale all’Ambiente Daniela Stati a commissariare il Consorzio Comprensoriale Lanciano di cui era presidente Riccardo La Morgia, pur non sussistendo le condizioni. L’obiettivo era quello di esautorare il presidente ed evitare che riuscisse a portare avanti il progetto di revisione delle tariffe di smaltimento dei rifiuti in senso favorevole ai cittadini ed evitare anche la realizzazione di un impianto di biocompostaggio dei rifiuti che avrebbe potuto nuocere a Di Zio. Il senatore del Pdl si sarebbe anche impegnato ad esercitare pressioni sull’allora assessore Stati creando un rapporto privilegiato tra Di Zio e Stati per modificare la legge regionale 45/2007 e creare cosi’ le condizioni necessarie alla nascita di un inceneritore. Tutto ciò, come nel caso di Brucchi, rientra nel quadro accusatorio formulato dalla procura di Pescara, e dovrà essere dimostrato nel corso del lungo itinerario giudiziario che si prospetta.


22 Settembre 2010

Categoria : Cronaca
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