Gli ingegneri su riallaccio forniture gas: cavilli “inventati” per complicare la vita


L’Aquila – Tutti gli ostacoli e tutti gli impedimenti possibili per impedire o ritardare l’effettivo ritorno alla normalità per i cittadini aquilani. Gli ingegneri Manuela Villacroce e Paolo De Santis rivelano un’altra delle tante assurdità registrate in questi mesi alle autorità competenti (se questa è la parola giusta…) e scrivono: “L’Enel Rete Gas ha comunicato la propria volontà di non riaprire i contatori agli utenti che hanno il contatore installato sulle terrazze se prima non viene modificato l’allaccio, eliminando la colonna montante di proprietà dell’azienda ed installando batterie di contatori alla base dei fabbricati. Intendiamo precisare che tale scelta non è dettata dal rispetto di normative vigenti ma solamente da motivi di interesse del concessionario.
Il fatto che la norma UNI 9036/2001 prescriva che i contatori debbano essere facilmente accessibili peragevolare le operazioni di installazione, per le manovre dell’organo di intercettazione, per la lettura e per gli interventi di manutenzione, non vuol dire che essi non possano essere installati sulle terrazze. Infatti, la stessa norma (punto
5.3) prevede la possibilità che i gruppi di misura vengano installati, sia per gli allacci singoli che per quelli in batteria, sia all’esterno che all’interno in locali che devono rispettare condizioni di aereazione e destinazioni d’uso compatibili.
Il posizionamento del contatore sulla terrazza è evidentemente all’esterno ed è una condizione ben più favorevole rispetto all’installazione dello stesso all’interno di un vano. Non si comprendono, dunque, le preoccupazioni dell’azienda del gas visto che, in caso di sisma, eventuali fughe di gas si disperderebbero all’esterno.
La norma UNI 9036/2001 che stabilisce le prescrizioni per l’installazione dei gruppi di misura, pur fissando dei principi generali di sicurezza, è giustamente flessibile e prevede molti tipi di installazione perché sono estremamente differenti le tipologie edilizie sulle quali si vanno ad installare gli impianti del gas.
Anche le linee Guida del CIG (Comitato Italiano Gas) n.13 “Linee guida per l’applicazione della normativa sismica nazionale alle attività di progettazione, costruzione e verifica dei sistemi di trasporto e distribuzione per gas combustibile” del marzo 2009 riportano allegati tra gli schemi di installazione degli allacci del gas degli esempi in cui è prevista la colonna montante ed i contatori installati nelle abitazioni.
Pensiamo cosa succederebbe in centro storico, appena saremo in grado di iniziare la ricostruzione.
Voler modificare la posizione del contatore non sarebbe semplice ed in molti casi risulterebbe impossibile perché le strade strette non consentirebbero il posizionamento di armadietti di protezione del gruppo di misura e la formazione di nicchie nella quali posizionare i contatori risulterebbe incompatibile con la necessità di evitare aperture su murature portanti di edifici in zona sismica.
Un problema potrebbe essere la presenza di valvole di intercettazione facilmente raggiungibili dall’utente da chiudere in caso di sisma, tuttavia si è certi che tutti gli impianti hanno tali valvole poiché, altrimenti, le concessionarie del gas che si sono succedute nel tempo non avrebbero allacciato gli utenti perché gli impianti non sarebbero stati realizzati secondo norma.
Ci sembra, piuttosto, che Enel Rete Gas voglia cogliere questa occasione per ottenere un vantaggio in termini di gestione del servizio: infatti l’accessibilità ai gruppi di misura consentirebbe la possibilità di accedere ai contatori senza dover “dipendere” dagli utenti.
Ciò è certamente un fattore molto importante per l’azienda del gas, infatti, il gruppo di misura sulla strada consente operazioni di lettura del contatore più rapide ed interventi di manutenzione senza problemi legati alla presenza o disponibilità dell’utente. Senza contare che l’azienda del gas avrebbe altri vantaggi come la possibilità molto semplificata di sospensione della fornitura per morosità.
L’installazione del gruppo di misura alla base dell’edificio produrrebbe per il concessionario del servizio gas altri vantaggi economici. In tal caso, infatti, la proprietà della colonna montante sarebbe dell’utente e se si verificassero rotture dovute al sisma i costi di ripristino sarebbero a suo carico.
L’altra considerazione riguarda la vetustà delle colonne montanti che sono state realizzate dal concessionario prevalentemente negli anni ’70, modificare l’allaccio, ponendo il contatore alla base dell’edificio, eviterebbe all’azienda del gas il rifacimento delle colonne in cattivo stato di manutenzione.
Riteniamo, dunque, che la volontà espressa da Enel Rete Gas in questo momento costituisca non solo un maggior onere economico per la modifica dell’impianto interno, che dovrebbe prevedere l’installazione della colonna montante, ma anche un rallentamento per il rientro a casa delle famiglie che hanno completato i lavori di ripristino dei fabbricati.
La richiesta di modifica degli allacci nulla ha a che vedere con la sicurezza degli utenti, come si evince dalla lettura delle linee Guida del CIG n.13 che prevede, a seguito della valutazione della vulnerabilità e del rischio degli impianti un piano di azioni volte a mitigare l’effetto dei possibili danni dell’azione sismica.
Tra le azioni che possono essere intraprese a seguito di tale valutazione, quelle su cui la norma pone particolare attenzione sono l’inserimento di dispositivi automatici di interruzione del flusso di gas in caso di sisma. Tali dispositivi possono essere valvole di intercettazione attivabili a distanza, da porre in corrispondenza di Gruppi di riduzione o di altri punti predefiniti della rete di distribuzione, o valvole installate sulle colonne montanti degli edifici.
Riteniamo che Rete Enel Gas debba prevedere un piano di azioni teso alla riduzione dei rischi in caso di sisma valutando la possibilità di installare tali dispositivi.
In ultimo crediamo che debba essere avviata una buona campagna di informazione degli utenti per sensibilizzarli sulle azioni tese ad aumentare la sicurezza nella realizzazione e nella gestione degli impianti interni alle singole unità abitative.
Per concludere riteniamo che il concessionario del servizio di distribuzione del gas non possa imporre questa sua scelta senza che una norma lo preveda espressamente (e se una norma lo imponesse varrebbe solo per i nuovi allacci), essa crea ulteriori danni ai cittadini aquilani che dovranno ritardare il rientro nelle abitazioni e che saranno costretti ad ulteriori esborsi economici”.


02 Ottobre 2010

Categoria : Cultura
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