L’opinione – Leggi retroattive a comando?


L’Aquila – (di Giulio Petrilli, responsabile diritti e garanzie del PD provinciale dell’Aquila) – Ieri la commissione affari costituzionali del Senato ha votato a maggioranza il lodo Alfano, che è una proposta di legge riguardante la sospensione dei processi per il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio. La commissione ha approvato anche la retroattività alla stessa proposta di legge, cioè la sospensione per procedimenti relativi a fatti antecedenti l’assunzione della carica, che possono essere sospesi con deliberazione parlamentare.
Qui in Italia invece tante leggi importanti non sono retroattive.
Il criterio della retroattività sta diventando completamente discrezionale per chi legifera.
Per esempio da anni mi sto battendo per una legge che possa essere retroattiva cioè quella inerente la riparazione per ingiusta detenzione, legge introdotta in Italia con il nuovo codice di procedura penale nell’ottobre1989, ma non c’è verso neanche di far calendarizzare i disegni di legge sull’argomento presentati.
Si vedono giornalmente leggi approvate che diventano retroattive, anche la proposta di legge sul processo breve prevede la retroattività e leggi importantissime, che veramente dovrebbero essere retroattive, come la riparazione per chi è stato in carcere ingiustamente no.
Prima dell’ottobre 1989 le tante persone detenute e poi assolte non hanno potuto beneficiare di nessuna riparazione, proprio perché la norma è compresa tra gli istituti applicabili solo per i procedimenti ancora in corso all’entrata in vigore del codice di procedura penale e non anche per quelli già conclusi.
Molte vittime dell’errore giudiziario, contemplato dall’art.314 del codice di procedura penale sono rimaste quindi prive della giusta riparazione e ciò è accaduto in aperta violazione degli articoli 2 e 24 della Costituzione, nonché delle norme della citata Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Esistono tanti cittadini che hanno subito l’umiliazione del carcere, talvolta per anni e l’annichilimento del diritto inviolabile della libertà personale, consacrato dall’articolo 13 della Costituzione, ma non hanno ottenuto nessuna giusta riparazione e nemmeno quella somma di denaro che certo si direbbe meglio “conforto” che non “riparazione”.
E tutto ciò perché la loro completa assoluzione si è potuta ottenere solo in un momento precedente, talvolta di pochi giorni o di poche settimane soltanto, a quella dell’entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale.
E’ questa una situazione che offende la dignità del Paese e che contrasta con la concezione di salvaguardia dei diritti inviolabili dell’uomo che la Repubblica ha posto a fondamento del suo ordinamento costituzionale.
E’ una situazione deplorevole e ingiusta che non può consentire a nessuno di dire: “ E’ ormai troppo tardi”.
Esistono depositate alla Camera ma non ancora calendarizzate in commissione giustizia due proposte di legge che vanno nella direzione di introdurre la retroattività nella riparazione per ingiusta detenzione: una, la n. 3158, prima firmataria l’On. Rita Bernardini (radicali-pd) e l’altra, n. 1865 firmatario l’On. Pier Luigi Mantini (udc), facciamo in modo che questi disegni di legge vengano discussi e approvati. Per il Lodo Alfano e il processo breve la retroattività va bene, per una legge importante come la riparazione per ingiusta detenzione no, il classico due pesi e due misure.


20 Ottobre 2010

Categoria : Dai Lettori
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