La Biodiversità ed immondizia


(di Carlo Di Stanislao) – Dodici giorni per salvaguardare nel mondo la biodiversità. Si è concluso ieri a Nagoya in Giappone, la decima conferenza dei 193 partecipanti alla Convenzione sulla diversità biologica, con la firma del “Prorotocollo ABS” in cui tutti i Paesi garantirsco di impegnarsi con fermezza per fermare i declini delle biodiversità entro il 2020, garantendo, inoltre, valide possibilità di accesso industriale e aiuti economici ai paesi più poveri per la tutela delle proprie risorse ambientali. Molti gli urgentissimi temi discussi nel summit: la scomparsa progressiva di sempre più rari esemplari di flora e fauna, le modifiche degli habitat naturali a causa dell’industrializzazione e le drammatiche conseguenze dovute ai cambiamenti climatici. Inoltre, i timori e le apprensioni nei riguardi dell’impatto ambientale sullo sfruttamento del petrolio in mare aperto, hanno dimostrato ancora una volta di essere fondate, soprattutto dopo la fuoriuscita del petrolio nel Golfo del Messico durante l’estate 2010: il più grande disastro ambientale nella storia degli Stati Uniti, che ha richiesto un intervento di vasta portata della durata di cinque mesi per sigillare definitivamente all’origine il pozzo. Gli oleodotti, le piattaforme e le raffinerie restano di gran lunga la fonte principale di perdite di petrolio rappresentando un volume di idrocarburi in media cinque volte superiore a quello delle navi. Nello stesso Artico canadese nell’estate del 2010, tre navi tra le quali la Nanny, una petroliera che trasportava nove milioni di litri di diesel, si sono incagliate a Nunavut sulle sponde del mare di Beaufort, fortunatamente senza conseguenze negative per l’ambiente. É in questo contesto che l’assalto delle industrie del petrolio e del gas verso l’Artico fa temere il peggio. Pertanto urge avviare un dibattito pubblico allargato sulle ripercussioni ambientali circa lo sfruttamento più esteso e intensivo dei giacimenti sottomarini nell’Artico. Questo dibattito dovrebbe aver luogo al più alto livello degli organi di governo globale e non deve essere lasciato alla sola iniziativa delle economie interessate. Fra il 29 settembre ed il 2 ottobre scorsi, di biodiversità si è discusso anche alla’assemblea annuale di Europarc Federation, associazione che riunisce la gran parte delle aree protette europee e che ha visto fra i protagonisti i rapprsententanti del Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise. Il Ministro della’Ambiente Stefania Prestiogiamo, ha annunciato a Nagoya, che l’Italia investirà 100 milioni di dollari per la partnership internazionale contro la deforestazione nei Paesi in via di Sviluppo. La stessa, poi, a margine dei lavori della Conferenza Onu sulla Biodiversità, si è confrontata con il commissario Ue Potocnik, sulla questione dei rifiuti in Campania. “Potocnik ha confermato il sostegno della Commissione Europea all’Italia nel fronteggiare la problematica. In particolare la ministra ha assicurato che le misure adottate sono quelle previste dal piano, già note alla Commissione. Potonick, comunque, si è detto disponibile ad inviare in Campania funzionari dell’Ue per verificare che la realizzazione del piano stia procedendo correttamente. Oggi, mentre Berlusconi si agita, fa un caso “bunga bunga e l’altro”, per risolvere “in tre gioni” la nuova emergenza rifiuti, l’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano, e’ stato piu’ che esplicito sulla possibilita’ che dalla prossima primavera Napoli potrebbe ripiombare, ancora una volta, nel caos “monnezza”. Intervenendo a conclusione del dibattito svoltosi in Consiglio regionale, Romano ha affermato: ”C’e’ tempo al massimo entro fine aprile-maggio prossimi. A quella data sia la discarica di Chaiano che la discarica Sari di Terzigno saranno praticamente esaurite. A quel punto, se continuera’ ad essere applicato in senso rigido il principio della provincializzazione, bisognera’ trovare un nuovo sito, nel territorio della provincia di Napoli, dove scaricare i rifiuti di Napoli e provincia”. Romano ha insistito molto sulla priorita’ assoluta rappresentata dalla raccolta differenziata che ”deve raggiungere almeno il 50% come media regionale. Resto convinto – ha insistito Romano – che le risorse che la Regione ha a disposizione vanno destinate esclusivamente a sostenere e ad incentivare la raccolta differenziata”. Ma Berlusconi, al solito, dichiara che è tutto a posto e dopo il briefing con Bertolaso ed i sindaci, non apre Serre e dichiara che nella cava Sari confluirà solo la spazzatura dei comuni del Vesuviano, facendo esaltare le ‘mamme vulcaniche’, che dichiarano: “Abbiamo vinto”. Nell’accordo siglato, vi è anche l’impegno dei primi cittadini a cessare le proteste, ma, si apprende da Repubblica, è già in programma, per domani, una grande manifestazione dei comuni dell’area. Bertolaso, che dopo aver partecipata ai funerali della’operaio della’Ari morto nei giorni scorsi, si dice sicuro che l’emergenza è rientrata, ma intanto un altro fronte di grandi tensioni si è aperto a Taverna del Re, la località di Giugliano, nel Napoletano, dove il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, ha disposto, con una ordinanza, la riapertura temporanea, per 30 giorni, del sito di stoccaggio. Su una piazzola dell’area potranno essere portate, fino a 10 mila tonnellate, proprio vicino a 6 milioni di tonnellate di ecoballe, spazzatura impacchettata, che si trova lì da anni e che non si è ancora riusciti a smaltire. I manifestanti, che hanno inutilmente cercato di opporre resistenza alle forze dell’ordine all’arrivo degli auto compattatori, denunciano la violazione di accordi sottoscritti due anni fa e con i quali era stata disposta la chiusura definitiva del sito dopo le mobilitazioni dei cittadini. Tra chi protesta si sottolinea, inoltre, che a Taverna del Re vengono portati rifiuti di Napoli mentre nelle strade di Giugliano marciscono 900 tonnellate di spazzatura. E mentre sul web e sui quotidiani di mezzo mondo impazzanano le ultime frasi di Berlusconi, che delle doti dialettiche ha fatto un’arma affilata che gli ha spesso permesso, di “evadere” dalle scottanti domande dei cronosti e che ora parla “di bella vita e di amore per le donne”, sottolineando di esser fiero del suo stile di vita e di non volerlo cambiare (confermando l’idea, della’ex moglie e di Famiglia cristiana, di una vera e propria malattia), forse il governo dovrebbe fare meno dichiarazioni trionfalistiche in casa e fuori e mettere mano, davvero, ai reali problemi, con serietà e senza “narrazioni” irreali.


30 Ottobre 2010

Categoria : Scienze
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