L’opinione – Ricostruzione. Attenzione: esasperazione+protesta=violenza


(di Giampaolo Ceci) – Credo proprio che il sisma abruzzese passerà alla storia come quello peggio gestito ed organizzato di questi ultimi 40 anni. Possiamo anche credere che la colpa dei ritardi e delle inefficienze siano tutte del governo centrale, ma bisogna pur prendere atto che i villaggi CASE sono l’unica cosa seria realizzata fino ad ora.
Il resto sono una marea di chiacchiere e lamentele su ciò che si sarebbe potuto fare e purtroppo anche critiche a valanga su quel poco che le amministrazioni comunali e regionali sono riuscite a fare.
Nonostante un’amministrazione comunale di sinistra, manca persino un confronto organico e istituzionalizzato tra la gente e le organizzazioni rappresentative che, in assenza di punti di riferimento, si sono organizzate in gruppi alternativi ai partiti. Ovunque ti giri c’é burocrazia, disorganizzazione e lentezze.
Procedure macchinose, che da mesi hanno mostrato la loro inefficacia vengono mantenute e non invece affrontate subito ed eliminate come farebbe una classe politica reattiva ed efficiente.
Ora tutto procede lentamente in attesa di maggiori risorse finanziarie come se fossero i soldi che mancano e non invece le idee e le capacità operative.
Difficile ammettere le proprie responsabilità e i propri limiti nel governare un fenomeno così complesso.
Quando arriveranno i soldi (se non sono già arrivati) giaceranno in un cassetto perché nessuno saprà cosa farne, in assenza di progetti; o peggio, verranno spesi frettolosamente per un progetto disorganizzato che genererà sul territorio altri problemi nei prossimi anni. Tra venti o trenta anni i giovani di allora potrebbero domandarsi stupiti come siano potuti essere stati così poco lungimiranti gli amministratori pubblici di oggi (speriamo poi non ci sia un altro sisma, altrimenti le domande potrebbero essere ben altre).
I politici più avveduti si sono dimessi, ed hanno fatto bene.
In queste condizioni meglio poter dire: ”Io me ne sono andato. Vedetevela con chi è rimasto. Io non ho colpe”.
La mancanza di un vero coordinatore della ricostruzione è palese. Mi spiace per il dott. Chiodi che stimo, ma chi se non lui deve prendere atto che la situazione sta divenendo intollerabile e prendere le necessarie contromisure?
Anche l’Unità di missione istituita tempestivamente per organizzare la ricostruzione ha fallito il suo compito autodeclassatasi a mero studio urbanistico. Come se non bastasse, anche il neo vice commissario non da’ degni di vita, attendiamo fiduciosi lumi dagli esperti nazionali che però non hanno ancora elaborato alcunché.
Nessuna proposta politica per lo sviluppo di queste zone nel dopo sisma, nessuna discussione istituzionale sul merito e quelle che ci sono non mi paiono approfondite per coglierne almeno gli aspetti compatibili con le realtà e le mentalità locali. E il tempo passa … passa.
Le macerie nel centro storico della città, dopo 18 mesi, sono ancora dove le ha lasciate il sima, come se nulla fosse accaduto.
Quanto sta accadendo é un insulto all’operosità e all’intelligenza che gli amici abruzzesi non meritano. Tra poco questa ondata di discredito supererà anche gli angusti confini nazionali se qualcuno non riprenderà in mano la situazione.
La voglia di fare e l’orgoglio delle popolazioni colpite dal sisma sta lentamente lasciando il posto al fatalismo e alla sfiducia, che sono madri pericolose della protesta, che potrebbe degenerare in violenza.
Temo che il Governo Centrale faccia analisi simili e per evitare i peggio riprenda in mano la ricostruzione determinando un inequivocabile giudizio negativo che marchierà per sempre gli amministratori locali.
Possibile che nessuno se ne renda conto? O si vuole proprio questo!
Non so proprio cosa dire di più e di peggio per tentare di suscitare una reazione di orgoglio negli sfortunati amici aquilani.


07 Novembre 2010

Categoria : Dai Lettori
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