Confindustria: dati negativi ma speranzosi


Chieti – Sono stati presentati a Chieti i risultati dell’Indagine semestrale sull’industria abruzzese relativa al I semestre 2010. L’analisi è stata condotta dal centro Studi di Confindustria Abruzzo e conferma che – anche a livello regionale – il I semestre del 2010 si è caratterizzato per una situazione economico-finanziaria in generale ancora negativa, anche se si colgono alcuni isolati elementi di positività, specialmente con riferimento alle esportazioni. In particolare si è registrata una contrazione dello stock di imprese dedite ad attività prettamente manifatturiere (-327 imprese di cui 185 solo nella Provincia di L’Aquila). A fronte di questo scenario a tinte fosche, però, le previsioni dei principali istituti di ricerca – nazionali ed internazionali – continuano ad indicare una seppur modesta ripresa dell’economia del nostro paese, anche se le previsioni formulate nel I trimestre sono state più recentemente riviste al ribasso. Sarà quindi compito delle imprese abruzzesi cercare di “agganciare” questa ripresa e tornare, nel minor tempo possibile (stimabile comunque in almeno due-tre anni) ad un livello dello sviluppo economico comparabile con quello pre-crisi. I risultati della ricerca condotta dal Centro Studi di Confindustria Abruzzo evidenziano che – pur in un diffuso quadro orientato all’attendismo ed a diffuse previsioni di stazionarietà dei principali indicatori inerenti il grado di saturazione della capacità produttiva ed il fatturato – diversi imprenditori confermano la volontà – ma anche la reale possibilità – di ritornare a crescere, specialmente sul mercato interno. Questo risultato, però, non potrà essere raggiunto se le imprese, specialmente quelle manifatturiere, non troveranno apposito sostegno negli interventi di economia industriale a livello nazionale e
regionale.
A tal proposito, appaiono ineludibili interventi nelle seguenti aree di
maggior impatto sulla competitività delle imprese:
a) riduzione – sia nel settore sanitario che in quello dei trasporti pubblici – della spesa pubblica improduttiva;
b) avvio dei cantieri relativi alle infrastrutture già programmate e
progettazione di nuove, al fine di fornire benefici effetti sia in termini
di miglioramento della dotazione infrastrutturale, sia per ridare fiato
all’economia locale con immediate ripercussioni sull’occupazione e sulla
creazione di ricchezza;
c) con riferimento ai territori colpiti dal sisma non è più possibile rinviare iniziative che prevedano procedure amministrative speciali che accelerino la ricostruzione e l’infrastrutturazione dei territori colpiti, attivino senza ulteriori ritardi la Zona Franca ed accelerino la definizione di un piano di ricostruzione materiale, economica e sociale organico;
d) verifica dei fondi disponibili per l’Abruzzo con conseguente sblocco ed effettiva spendita dei fondi destinati alla Regione ma in realtà spesso non disponibili o bloccati da procedure burocratiche o da situazioni politiche amministrative, spesso legate, quest’ultime, anche alle difficoltà di bilancio che gravano a livello nazionale.
Ma per affrontare questi primi nodi, occorre innanzitutto che la politica
assicuri in tutti i campi di competenza la necessaria guida e i conseguenti atti di programmazione e governo. Ciò anche attraverso un sistema di deleghe istituzionali responsabile e ampio che garantisca realmente la necessaria capacità operativa e funzionale in tutti i settori di intervento.
Allo stesso modo non è più pensabile navigare a vista e governare solo
l’emergenza. Assieme ad una stabilità e funzionalità istituzionale, quindi, si rende assolutamente necessaria una programmazione organica che tracci con chiarezza le priorità di Governo e definisca tempi (crono programma) e modi di attuazione, tale da essere identificabile e monitorabile.
Cosa fare, come farlo e in che tempi: questo è l’imperativo che le parti
chiedono alla politica e alle Istituzioni regionali. In ultimo in considerazione del fatto che la crisi che investe la regione Abruzzo assume aspetti del tutto particolari in funzione sia dell’assoluta mancanza di adeguate risorse finanziarie da mettere in campo, che della gravità delle emergenze da fronteggiare, si rende ormai non rinviabile l’avvio di un confronto con il Governo nazionale volto ad aprire di fatto una “Vertenza Abruzzo” che, anche in considerazione del processo federalista in atto, evidenzi la complessità della situazione abruzzese e la conseguente necessità di iniziative politiche ed economiche ad hoc a sostegno della regione.


08 Novembre 2010

Categoria : Economia
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