“Ricostruzione? Potrebbe durare 24 anni”


L’Aquila – (di Carlo Benedetti, presidente del consiglio comunale) – La ricostruzione è stata artatamente calibrata dal Governo per durare 24 anni. Dopo 19 mesi dal sisma,infatti,non è ancora stata avviata la ricostruzione vera cioè quella che interessa le abitazioni classificate “E” , le abitazioni situate nei centri storici dell’Aquila e del cratere e quella riguardante gli edifici pubblici.
Se per la gestione della fase dell’emergenza si è operato con assoluta solerzia ,per la fase decisiva della ricostruzione si è abilmente evitato di affrontare ogni problema nella sua reale complessità.
Il sistema delle ordinanze del premier francamente dimostra ,alla lunga, ogni suo limite ed emerge oggi con forza l’esigenza di “normare”organicamente le fasi della ricostruzione attraverso una legge quadro che dia a ciascuna fase, regole , tempi certi e soprattutto risorse ed impegni economici concreti da parte del Governo.
Gli Enti locali non sono mai stati concretamente messi in grado di gestire direttamente il processo né ai medesimi sono state affidate risorse e poteri in deroga che potessero consentire loro di dare il concreto e decisivo impulso per la risoluzione del problema.
L’Aquila potrà essere ricostruita solo se si avrà il coraggio di imporre al paese una tassa di scopo e di solidarietà e solo se si avrà il coraggio di proporre il medesimo territorio come vera e propria” zona franca”, come accadde nel 1703 in occasione del sisma devastante che rase al suolo,già in quell’occasione,la città.
Anche il sistema di controllo e di verifica dei danni affidato dal Governo a società sostanzialmente private quali Fintecna,Re Luiss e Cineas ,mostra ogni suo limite evidente solo se si considerano i templi biblici impiegati dalle medesime per esaminare e valutare le singole pratiche.
Una situazione disastrosa che rischia di compromettere per sempre le potenzialità della città e l’esistenza stessa degli Aquilani ,ormai privati di condizioni di vita accettabili,di una identità collettiva e di prospettive.
In questo quadro è insufficiente ed impercettibile il lavoro dell’Unità di Missione nominata dal Governo.
E’ necessario ,allo stesso tempo,ricostruire e riqualificare ,entro un anno e mezzo , le periferie e ricostruire nello stesso termine ,la zona più significativa del centro:il Corso Vittorio Emanuele nel tratto compreso dalla Fontana Luminosa alla Villa Comunale,i Portici e le due Piazze principali, in maniera tale da restituire una fisionomia ed una identità alla città attraverso la ricostruzione dei luoghi storici dell’aggregazione. Si tratta di un elemento fondamentale del processo di ricostruzione, non solo del patrimonio monumentale, ma anche e soprattutto della vita sociale e dell’identità stessa della comunità aquilana. Per tale ragione ritengo che questo programma dovrebbe essere finanziato con un intervento straordinario a livello governativo oppure attraverso l’apporto sinergico di un pool di banche e di soggetti privati, come avvenuto per il piano Case. La ridefinizione urbanistica del centro e l’aggiornamento del nuovo piano strategico dovrà essere il passo successivo e sicuramente più impegnativo:ma su questo l’Amministrazione comunale sta già lavorando da tempo.


01 Dicembre 2010

Categoria : Cronaca
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati