Zona franca, ecco come la vuole la UIL


striscioni-2-3-giu-09L’Aquila – I sindacalisti Guglielmo Loy, Roberto Campo e Pietro Paolelli della Uil abruzzese hanno inviato al sottosegretario Gianni Letta una loro proposta relativa alla zona franca che si richiede per la zona abruzzese colpita e devastata dal terremoto. “Nei giorni immediatamente successivi al sisma, si è molto dibattuto, da parte di tutte le forze politiche di Governo e di opposizione, sulla possibilità di istituire all’Aquila una Zona Franca. Si è fatta molta confusione, però, tra chi intendesse una zona completamente esente da imposizione fiscale (“Porto Franco”) e chi, invece avesse in mente una “Zona Franca Urbana” (con agevolazioni destinate soltanto alle piccole e medie imprese). Ad oggi, nel “Decreto Abruzzo”, si fa riferimento all’istituzione di una Zona Franca Urbana finanziata con un tetto massimo di 45 Milioni.
Per la UIL non era questo il concetto di Zona Franca da perseguire per L’Aquila. Considerando che l’obiettivo prioritario di un’eventuale Zona Franca debba essere, secondo noi, quello di mantenere ed accrescere gli insediamenti lavorativi, proponiamo una soluzione intermedia tra un Porto Franco (simile a Livigno, Campione di Italia, Andorra) ed una Zona Franca Urbana. Soluzione, questa, che si renderebbe possibile a partire dal riconoscimento dello stato di disastro naturale (art. 87 2 B del Trattato Europeo), che apre la via ad aiuti di stato in deroga. La proposta di soluzione che avanziamo intende tenere conto anche del lavoro impostato prima del sisma per affrontare il declino demografico, economico ed occupazionale del Centro Abruzzo, che ha portato alla stipula del Protocollo per la Valle Peligna e l’Abruzzo Interno: la prospettiva di rilancio, contenuta nel protocollo, è oggi compromessa dai danni inferti anche in questa area dal terremoto, nonché dalla più generale depressione economica. La nostra proposta è rivolta prioritariamente al cratere del sisma, ma definisce modalità di raccordo con la Valle Peligna e l’Abruzzo Interno. In sintesi, si propone di istituire una “Zona Franca Rossa” per i Comuni ricadenti nel cratere, con maggiori intensità di aiuti, ed una “Zona Franca Arancione” per il territorio individuato nel Protocollo Valle Peligna-Abruzzo Interno, con aiuti di minore intensità ed esclusivamente per i settori merceologici previsti nel Protocollo stesso (automotive, microelettronica, turismo etc).
Si può pensare di trasformare per 7 anni in area “franca rossa” la zona del cratere colpita dal terremoto, con incentivi e sgravi fiscali e contributivi quali ad esempio: una riduzione del 60% delle imposte sui redditi da impresa (IRES); una riduzione degli oneri previdenziali del 50% con copertura figurativa dei contributi; un abbattimento del 50% di tutte le aliquote IVA (nel caso dell’aliquota ordinaria una riduzione dal 20% al 10%); l’abbattimento fino a 20.000 euro dalla base imponibile IRAP per ogni lavoratore a tempo indeterminato. Sempre per questa zona, si chiede di azzerare per 5 anni la maggiorazione dello 0,5% dell’aliquota all’IRPEF Regionale e quella dell’1% dell’IRAP, maggiorazioni derivanti dall’extra deficit sanitario. Inoltre, si potrebbero azzerare le Addizionali Comunali all’IRPEF attualmente vigenti nei Comuni colpiti e rientranti nella cosiddetta “zona rossa”. Per quanto riguarda invece l’area del Protocollo (area “arancione”), si può pensare, ad esempio, ad una riduzione del 30% delle imposte sui redditi da impresa (IRES) e ad una riduzione degli oneri previdenziali del 25% con copertura figurativa dei contributi.
E’ chiaro che questi provvedimenti, per essere attuati, devono avere il via libera da Bruxelles, pertanto è fondamentale notificare al più presto alla Commissione Europea il regime di aiuti di stato che si intende adottare. E’ questo l’appello che la UIL lancia al Governo ed al Parlamento affinché, in sede di conversione del “Decreto Abruzzo”, queste proposte, o analoghe, possano essere recepite.


04 Giugno 2009

Categoria : Economia
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