Cinema – Un trimestre di bei film


(di Carlo Di Stanislao) – Dopo il flop di “Vancanze di Natale” e l’incasso non proprio da record de “la banda dei Babbi Natale”, con “Che bella giornata”, opera seconda di Luca Medici, alias Checco Zalone, il cinema italiano torna in forma e ci propone una serie di commediole brillanti e godibili, in rapida successione d’uscita dal 14 a fine mese. Cominciamo col dire che la coppia Gennaro Nunziate (regista) e Checco (protagonista e mattatore), ha incassato già sette milioni di euro nella prima settimana, battendo colossi come ‘Avatar’ e ‘Harry Potter’, con una storia esile ma piena di battute esilaranti, che vede protagonista un security di origine pugliese, assunto in una misera discoteca della Brianza e poi come addetto alla sicurezza del Duomo di Milano, che fra mille peripezie si innamora di Farah, una ragazza araba che si finge francese e si serve di Checco per portare avanti il suo piano terroristico e vendicativo. Che Bella Giornata non prosegue Cado dalle nubi, il setting è stato azzerato e ripensato in toto, ma estingue per sempre il dubbio che il comico avesse un unico colpo in canna, fatto della somma delle sue sparate televisive, e ci permette di salutare davvero l’avvento di un talento così intelligente da prendere il proprio pubblico come target nel senso letterale di bersaglio (sviando minimamente le indagini quando seleziona l’Islam a pretesto, per impugnarlo in realtà come uno specchio impietoso). Fra pochi giorni (l’11), uscirà poi “Femmine contro Maschi”, versione al maschile della prima parte (“Maschi contro Femmine”) del problema dei sessi secondo Fausto Brizzi, in cui si intrecciano tre storie dedicate ai buffi difetti delle donne, intorno al tema generale della disperata ricerca dell’uomo ideale. Qui si ritrovano tutti i personaggi di ‘Machi contro femmine’, insieme ad alcuni, importanti, nuovi acquisti. Nella prima, l’androloga Anna (Luciana Littizzetto) e il benzinaio Piero (Emilio Solfrizzi) sono alle prese con il noioso tran-tran di un matrimonio ventennale. Lei colta e affettuosa, lui ignorante e traditore. Quando un provvidenziale incidente fa perdere a Piero la memoria, Anna lo riformatta, cercando di trasformarlo nell’uomo perfetto. Piero diventa così un maggiordomo-amante-cuoco, insomma, il marito che lei aveva sempre sognato. Nella seconda storia, il bidello Rocco e l’impiegato Michele (Ficarra e Picone) suonano in una cover band dei Beatles. Rocco è osteggiato dalla compagna (Francesca Inaudi), maestra nella stessa scuola, mentre Michele, grazie ad una sapiente bugia, riesce a tenere all’oscuro sua moglie (Serena Autieri), una donna manager che crede che abbia smesso con la musica. Quando Rocco, dopo l’ennesimo litigio in famiglia, viene ospitato da Michele, la bugia rischia di essere svelata. Il tutto mentre la moglie di Michele aspetta un bambino e i due amici si stanno preparando per una importante gara di cover band che sognano di vincere. Nella terza storia, il chirurgo plastico Marcello (Claudio Bisio) e l’impiegata Paola (Nancy Brilli) sono una coppia divorziata da anni. I due fingono di essere una famiglia felice solo quando vanno a trovare la mamma di lui (Wilma De Angelis) ottantenne e malata di cuore. Quando un cardiologo diagnostica pochi giorni di vita alla nonna, quest’ultima chiede di poterli passare con la sua famiglia a casa loro. I due divorziati si ritrovano a vivere forzatamente insieme e a recitare la parte 24 ore su 24. Mentre la presenza della nonna si fa sempre più invadente, il figlio più piccolo Lorenzo (Edoardo Cesari), si innamora di una sua compagna di quinta elementare e sceglie proprio un bidello (Ficarra) come suo ispirato mentore in amore! Il 18, poi, si attende l’uscita di “Immaturi” di Paolo Genovese, storia di Giorgio (Raoul Bova), Lorenzo (Ricky Memphis), Piero (Luca Bizzarri), Luisa (Barbora Bobulova), Virgilio (Paolo Kessisoglu), Francesca (Ambra Angiolini), tutti trentottenni che in comune hanno che 20 anni prima erono stati compagni di scuola. E dopo essere stati amici fraterni ed essersi persi di vista, tornano assieme poiché, incredibile ma vero, il della Pubblica Istruzione ha annullato il loro esame di maturità e lo dovranno rifare. Così si rivedono, per prepararsi e studiare, con la voglia di risentire il sapore della giovinezza e la consapevolezza, più o meno profonda, che quel periodo è passato. Una commedia brillante e sentimentale che riporta una generazione a confrontarsi con la vita che dopo 20 anni è andata da tutte le parti, fra sogni e disillusioni. Attesissimo, il 21 del mese, “Qualunquemente”, che vede il personaggio “Cetto La Qualunque”, ideato da Antonio Albanese, uscire dalla tv e dal cazzare per approdare sul grande schermo. Con la regia di Giluio Manfredonia, racconto del ritorno in Italia, dopo lunga latitanza, di Cettola, che rientra accompagnato da una bella ragazza di colore ed un bambina di cui non riesce a ricordare il nome: la sua nuova famiglia. Al ritorno in patria che lo porta a ritrovare il fidato braccio destro Pino e la famiglia di origine: la moglie Carmen e il figlio Melo. Ovviamente far convivere il tutto non sarà facile. I suoi vecchi amici lo informano che le sue proprietà sono minacciate da una inarrestabile ondata di legalità che sta invadendo la loro cittadina. Le imminenti elezioni potrebbero avere come esito la nomina a sindaco di Giovanni De Santis, un “pericoloso” paladino dei diritti. Così, Cetto, dopo una lunga e tormentata riflessione in compagnia di simpatiche ragazze non ha dubbi e decide di “salire in politica” per difendere la sua città. La campagna elettorale può cominciare. Ricordiamo per i più distratti, che Cetto La Qualunque è un imprenditore calabrese corrotto, depravato e ignorante che disprezza la natura, la democrazia e soprattutto le donne, di cui promette ai suoi sostenitori grande abbondanza. Il suo motto è “più pilu e cemento armato”. Il personaggio è nato in Rai nel 2003 all’interno del programma “Non c’è problema”, ha raggiunto il grande consenso del pubblico con la Gialappa’s band nel programma “Mai dire domenica” e nelle ultime stagioni è ospite del programma di Fabio Fazio “Che tempo che fa”. La canzone “Qualunquemente (Onda Calabra)”, presente nel film è una rilettura di Cetto La Qualunque del brano “Onda Calabra” del gruppo Il Parto delle Nuvole Pesanti ed è cantata da Antonio Albanese. A fine mese, il 28 per la precisione, uscirà nelle sale l’opera prima di Laura Lucchetti “Febbre da fieno”, in cui Matteo, l’eterno romantico, non riesce a dimenticare un amore che lo ha ferito. Lavora a Twinkled, un negozio di modernariato, un luogo speciale dove si da una seconda opportunità alle cose appartenute al passato che altrimenti finirebbero nel dimenticatoio. Twinkled ha bisogno di una mano per uscire dal caos e dalla crisi dovuta alla disorganizzazione del suo proprietario Stefano,un eterno Peter Pan, e Franki sua assistente skater sconclusionata. Un giorno fa capolino Camilla che con la sua grazia ridà vita al negozio attorno a cui ruotano personaggi unici e stravaganti parte di un mondo vintage colorato e nostalgico. Camilla timidamente cerca di conquistare Matteo troppo preso dal ricordo di Giovanna che gli ha spezzato il cuore. La presenza e la dolcezza di Camilla,però,diventano ogni giorno più presenti e Le cose sembrano andare per il verso giusto per il negozio e per i nostri protagonisti tutti un po’ “malati d’amore”, ma a volte il destino ha piani diversi dai nostri,ed una serie di eventi inattesi porterà ad un finale agrodolce in cui tutti dovranno “crescere” ed imparare qualcosa dalla vita. Più amara un’altra opera prima, firmata da Giuseppe Papasso ed intitolata “Un giorno della vita”, nelle sale dal 14 gennaio. Basilicata 1964. A dodici anni Salvatore finisce in riformatorio a causa della sua divorante passione per il cinema. Una passione che lo spinge a raggiungere ogni giorno in bicicletta, insieme agli amici Alessio e Caterina, il paese vicino al suo per poter assistere ai film di una saletta di terza visione. Salvatore deve poi affrontare quotidianamente l’ostilità di suo padre, un contadino comunista che vede come fumo negli occhi la passione del figlio. Un giorno, l’annuncio della vendita di un vecchio proiettore 16 mm fà nascere in Salvatore l’idea di creare un piccolo cinema. Il progetto però ha una falla: la mancanza assoluta di denaro. Salvatore acquista il proiettore sottraendo alle casse della locale sezione del Partito comunista i soldi raccolti tra i militanti per inviare una delegazione ai funerali di Togliatti. La felicità dei ragazzi dura poco: le faccende degli adulti, le beghe politiche del paese, andando a intrecciarsi con il loro ingenuo sogno, portano alla scoperta del furto di Salvatore. La pellicola è ben girata, con inquadrature e fotografia approriate e dialoghi vivi e molto interessanti. E se gennaio è pieno di buoni tyitoli, non da meno saranno, pare, febbraio e marzo con gli attesi “il padre e lo straniero” di Richy Togniazzi, “La vita facile” di Lucio Pellegrini, “Manuale d’Amore” di Giovanni Veronesi. Atteso anche, il 4 febbraio, “Gianni e le Donne”, di Gianni Di Gregorio, che racconta di un settantenne ancora in forma, un uomo mite con una immensa capacità di sopportazione che è, di fatto, al servizio della moglie, della figlia e che lavora ed ha molti impegni. La sua vitarella scorre monotona fra commissioni, passeggiate con il cane e faccende domestiche, del resto è in baby pensione e di tempo ne ha fin troppo. Un giorno, l’amico Alfonso gli fa aprire gli occhi: tutti i suoi coetanei, ma anche quelli ben più vecchi di lui, dietro la rispettabile facciata, hanno delle storie. Tutti, anche i vecchiardi che vegetano nel baretto sotto casa, hanno l’amante. Sconvolto dalla scoperta Gianni tenta di fare qualcosa. C’è Gabriella, irraggiungibile e desiderata per anni, c’è Valeria, il meraviglioso primo amore, la bellissima Cristina, badante della mamma, c’è la vicina di casa, incarnazione della bellezza e della giovinezza, ci sono le infinite donne possibili che abitano il mondo. Gianni, come un vecchio motore che si rimette in moto produce fracasso, fumo e poco arrosto.


08 Gennaio 2011

Categoria : Cultura
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