Teges? Se ne parla dal 28 maggio


Chi cade dalle nuvole, chi scopre con virginali stupori e timidi rossori che le macerie debbono finire nell’ex cava Teges, deve spiegare agli aquilani (esterrefatti una volta di più) se ci fa o ci è. La notizia dell’ex cava Teges fu pubblicata vistosamente da questo sito il giorno 28 maggio scorso, con collegato servizio televisivo. La decisione di massima di servirsi del bàratro presso Bazzano fu attribuita agli assessori Fina e Moroni, e nessuno smentì o precisò alcunchè. Quindi era notizia esatta, vera e data in esclusiva dal nostro sito. Potremmo dirvi anche da quante persone fu letta: moltissime. Oggi viene fuori la inquietante storia dell’appalto, dei 50milioni di euro, della ditta inattiva fino a pochi giorni prima di prendersi il succoso incarico, ritiratasi. Poi spunta il contrario: la ditta non si è ritirata affatto. Le dimissioni di Moroni prima ci sono, poi non ci sono più. Un pasticcio all’aquilana che lascia desolati, perchè anche con l’acqua alla gola, qui la classe politica non impara a nuotare, ma affonda. Nel ridicolo e forse anche tra le inchieste giudiziarie. Pecunia non olet, come è noto: il denaro non ha odore. E lì sta il punto. Se l’appalto fosse stato da 5.000 euro, da due soldi, non sarebbe accaduto nulla. Anzi, come sempre avrebbero cominciato a compiere l’opera e l’avrebbero poi abbandonata incompiuta.



18 Luglio 2009

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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