La politica troppo invasiva


La politica ha messo il naso nelle grandi inchieste abruzzesi, in questo periodo condotte dalla Procura di Pescara, ed ha detto la sua. Stranamente bipartisan, in pratica si è schierata acidamente contro i magistrati che quando toccano i santuari del potere, sono visti come il fumo negli occhi. I magistrati si difendono solo quando fa comodo al potere o a parte del potere:
tutto ciò è tremendamente italiano, cioè ipocrita, senza midollo, fasullo. I magistrati fanno il loro lavoro, e possono anche sbagliate. Se sbagliano, paghino. Ma in ogni caso, le inchieste e gli indagati debbono vedersela in tribunale, non in tv e sui giornali. Non si può ergersi a paladini e difensori, censori e moralizzatori, solo quando sotto torchio di una Procura ci sono degli eccellenti. Bisognerebbe farlo in tante altre occasioni, ma troppo spesso la politica alza la voce solo quando si sente coinvolta. Non quando è giusto. I magistrati di Pescara hanno risposto per le rime, dicendo al Ministro Alfano:
mandi pure gli ispettori, anzi, glieli chiediamo noi. Se ne deduce che taluni politici somigliano molto agli dei ellenici pieni di difetti, permalosi, vendicativi e avvezzi a scappatelle (come faceva Giove in persona) tra le coltri di qualche avvenente terrestre dalle tette ballonzolanti. Compiuta la scappatella, tornavano nell’Olimpo a scagliare saette sugli uomini comuni. Solo che qui nessun politico torna nell’Olimpo. Abitano nei superattici, spesso accanto ai trans e alle prostitute d’alto bordo.



31 Gennaio 2010

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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