Molti ricostruttori

Gianni Chiodi? E’ il commissario per la ricostruzione. Massimo Cialente? E’ il vice commissario. Stefania Pezzopane è l’assessore comunale pluridelegata preposta – anche dal suo partito, il PD – alla ricostruzione. Mimmo Srour è l’assessore provinciale che sovrintende ad un organismo speciale per la ricostruzione allargata al cratere sismico. Molti ricostruttori. Comincerà la ricostruzione?
A ben guardare, ricostruire non vorrà dire mettere mattoni e pietre, riedificare o demolire per rifare, oppure tentare di recuperare strutture di pregio e il volto della città. A parte il fatto che nel 1703, la città che risorse fu ben diversa da quella che era crollata. Come nel 1915 la Avezzano rimessa in piedi apparve come città aliena, rispetto a quella precedente, originaria. Ricostruire vorrà dire ricucire il tessuto sociale ed economico, tenere a L’Aquila coloro che vorrebbero andarsene, richiamare coloro che se ne sono andati: già più di 1.000, si dice. E allora non dateci degli acidi, se diciamo: in 15 mesi, ormai quasi 16, non si è vista una lira-euro per le attività produttive finite in briciole. Solo pochi giorni fa è stato annunciato che arrivano 44 milioni, ma “ci vorrà ancora qualche mese”. Sapete perchè? Per questioni di scartoffie e faldoni tra Comune e Regione. Per mesi i burocrati hanno guardato le carte per stabilire dove, e come, i preposti dovevano prendere visione di domande e documenti. Poi, dopo tanti “tavoli” e incontri, l’assessore Fanfani viene fuori a dire che ormai ci siamo, ma serve ancora qualche altro mese. Magari 5-6 mesi. Nel tempo che ci attende, infatti, c’è agosto, il mese del nulla moltiplicato nulla, durante il quale tutti riposano, sonnecchiano, prendono l’ombra. Diteci, onestamente, se credete davvero che possa esserci una qualche ricostruzione. Naturalmente, entro i prossimi 40-50 anni. Magari entro la fine dell’anno 2040, regalo di Natale (alla Pupi Avati).

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