Ma quale fiducia?


Enzo Boschi, presidente dell’istituto di geofisica, sismologo e vulcanologo, indagato come autorevole esponente della commissione grandi rischi in relazione al terremoto aquilano, dice: “Esiste un elenco degli edifici a forte rischio di crollo. Lo conoscono tutti, è un documento essenziale. Molti di quegli edifici sono crollati”. Aggiungiamo: tra questi, la prefettura, ma anche il comune, la provincia, per un soffio persino il restaurato edificio del consiglio regionale. Lavori durati anni. Oggi, inservibile. Tant’è vero che si adopera la vecchia aula dell’Emiciclo. Quale fiducia dovremmo avere, con queste premesse? Cosa dovremmo dire ora che si stanno mettendo a punto una serie di prevenzioni, che mancarono del tutto prima del terremoto del 6 aprile? Lo stanno facendo ora, in presenza di uno sciame sismico sicuramente preoccupante, ma molto di più lo era lo sciame drammatico che sopportammo prima del 6 asprile 2009. E nessuno fece nulla. E’ assurdo, è semplicemente allucinante che esistesse da anni un elenco di edifici a rischio, nascosto nei cassetti, è chiaro; che le massime autorità continuarono a usare, e che sono puntualmente crollati. Come dice Boschi, e non fa una grinza. Viene da chiedersi in quale paese viviamo, con chi abbiamo a che fare, chi sono coloro che dovrebbero occuparsi di noi e della nostra salvaguardia. Più che allucinante, agghiacciante pensare che dentro edifici dichiarati di cartone, di sicura vulmerabilità, comprese tante scuole, ci hanno vissuto e lavorato persino coloro che rischiavano di persona. Ma che razza di paese è questo, che razza di città e di regione sono queste, in cui abbiamo deciso di vivere. Tanto tempo fa. In un’altra vita, che non esiste più.



04 Settembre 2010

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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