Opinioni – Il faro e il Bunga Bunga


(di Carlo Di Stanislao) – Stamani le prime pagine dei quotidiani, anche perché le redazioni sono state chiuse prima dei risultati del referendum Fiat, giunti alle sei del mattino, recano in testa un nuovo-vecchio tormentone: ipotesi di concussione e prostituzione minorile nel caso Ruby per Silvio Berlusconi, con rinvio a giudizio datato 23 dicembre e premier convocato, il giorno dopo lo “scudo sfasciato, in procura a Milano per essere interrogato il 21, 22 e 23 gennaio, tre giorni indicati dai magistrati (precisamente venerdi’, sabato e domenica) per consentire al premier di scegliere la data migliore per lui e con possibilità, addirittura, di richiesta di rito abbreviato. Intanto Piero Longo, uno dei difensori di Berlusconi, frena sull’ipotesi che il suo assistito si rechi in Tribunale: “Non è ancora stato deciso se il presidente del Consiglio andrà a rispondere ai pm – spiega – e, quindi, al momento rimane anche aperto il discorso del legittimo impedimento, del quale ne discuteremo nell’eventualità di un interrogatorio”. ”Inverosimile e grottesco” viene definito da Silvio Berlusconi il nuovo caso giudiziario legato alla minorenne marocchina e con una dichiarazione diffusa alle agenzie, parla, come fece in novembre, di fatti ”senza alcuna rilevanza penale” e di una ”macchinazione giudiziaria” per eliminarlo, aggiungendo che anche questo si rivelerò un ”tentativo illusorio”. Non la pensa così né Libero né il Giornale che, negli articoli in cui comunque si parla di “accanimento” contro il premier, mostrano evidenti segni di preoccupazione. “Mai, in diciassette anni di accanita persecuzione giudiziaria contro la mia persona, alcuni Pubblici Ministeri della Procura di Milano erano arrivati a stravolgere, in modo così inverosimile e grottesco, la realtà dei fatti, le garanzie costituzionali e lo Stato di diritto”. Comincia così la nota con la quale Silvio Berlusconi denuncia che “sono stati intercettati per mesi, in maniera sistematica, tutti coloro che hanno osato varcare il cancello della mia residenza privata di Arcore, come se essere ospiti del presidente del Consiglio costituisse di per sé un grave indizio di reato”. “Nonostante un imponente apparato investigativo degno di ben altro tipo di indagine e avviato a dispetto di una palese incompetenza funzionale e territoriale – rimarca Berlusconi – i Pm milanesi alla fine hanno raccolto soltanto chiacchiere e conversazioni private senza alcuna rilevanza penale”. “Hanno ugualmente proceduto in spregio a ogni norma, a ogni codice, a un utilizzo equilibrato degli strumenti giudiziari, mettendo in atto perquisizioni e trattamenti inaccettabili nei confronti di persone considerate semplicemente ‘a conoscenza dei fatti’”. La dichiarazioni si chiude quindi così: “Ci troviamo di fronte all’ennesimo teorema costruito appositamente per gettare fango sulla mia persona e sul mio ruolo istituzionale nel tentativo, illusorio, di eliminarmi dalla scena politica. Ma questa volta è stato superato ogni limite. Il fango ricadrà su chi utilizza la giustizia come arma politica. Questa ulteriore macchinazione giudiziaria, per quanto possente e ampliata dal solito circuito mediatico, non riuscirà a fermarci e a distoglierci dal nostro impegno di cambiare il Paese. Anche questa volta non ce la faranno”. Certo, va detto, che in Italia, ogni cittadino, ha diritto alla presunzione di innocenza al di là di ogni ragionevole dubbio, ma altrettanto certamente non appare bellissimo sapere che nel mondo circola la notizia che il nostro capo del governo è indagato per reati tanto infamanti. Nei confronti del presidente del Consiglio sono stati ipotizzati i reati di prostituzione minorile e concussione. Il primo si riferisce, secondo la ricostruzione degli inquirenti e degli investigatori, a presunti atti sessuali con minorenni e in questo caso con la giovane marocchina ritenuta parte offesa nelle indagini. Il secondo invece alle pressioni che Berlusconi avrebbe fatto sui funzionari della Questura nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorsi quando la ragazza venne trattenuta per via di un furto e poi rilasciata e affidata al consigliere regionale lombardo Nicole Minetti, anch’essa indagata. Pier Luigi Bersani premette che sul caso Ruby non intende parlare di magistratura, “che fa il suo mestiere”, ma dice anche di avere le idee molto chiare sul contesto: “Una minorenne – dice infatti – dovrebbe andare a scuola e non a cena, per così dire, da dei vecchi ricconi. Non dovrebbe girare con migliaia di euro in tasca. Non dovrebbe essere buttata fuori dalla Questura per poi essere, un’ora dopo, riconsegnata ad una prostituta. Perché una minorenne – sottolinea – è una minorenne, a prescindere dal fisico che ha e da quello che ha in testa. Dunque, va tutelata”. “In questo momento – conclude – noi ci vergogniamo davanti al mondo, e se sopportiamo anche questo il mondo fa bene a vergognarsi di noi”. Non tocca a me , dice in sostanza Bersani, valutare queste cose ma il riultato e’ che ”abbiamo un premier in fuga dal paese che non ha piu’ governo. Cosa sta facendo? In fuga da se stesso perche’ costretto tutti i giorni ad aggirare responsabilita’ sue vere o presunte di cui non voglio neanche entrare nel merito. Non possiamo permettercelo piu”’. E il caso Ruby-Bunga Bunga, funge anche da nuovo denotare, dopo settimane di non belligeranza, per lo scontro, a distanza, fra il premier e Gianfranco Fini, che a fa sentire la sua voce a difesa dei magistrati, attaccati di nuovo dal Cavaliere e dallo stato maggiore del Pdl. “Il ruolo della magistratura – afferma Fini da Messina – è senza dubbio di prim’ordine e dimenticarlo vuol dire fare torto a un impegno e a un sacrificio che non si possono negare”. Il leader di Fli ricorda poi che la “libertà si basa su un giudice che afferma il principio della legalità, altrimenti non c’è libertà, ma il predominio dell’arbitrio”. Come è riportato oggi su Repubblica, Fini sottolinea che “chi ha delle responsabilità deve avere un atteggiamento di etica pubblica e considerarlo come un faro”. Il caso Ruby Rubacuori sembrava ormai acqua passata ed invece è riesploso, virentemente. Dalle indagini eseguite, risulta che la ragazza marocchina, Karima El Marhoug, abbia mentito durante gli interrogatori. Ruby Rubacuori, nome d’arte, avrebbe dichiarato di aver passato solamente poco tempo a casa del premier, che Silvio Berlusconi non era a conoscenza della sua età e non avrebbe avuto rapporti sessuali con lei. Ruby avrebbe dichiarato di essere stata ad Arcore il 14 febbraio dello scorso anno, accompagnata da Emilio Fede e di essere andata via dopo cena. La seconda volta fu il mese successivo, quella del fatidico Bunga Bunga, mentre l’ultima volta fu una cena molto tranquilla alla quale, secondo la testimonianza di Ruby, presero parte anche George Clooney ed Elisabetta Canalis. Adesso, però, arrivano le perquisizioni a Milano e nella dimora genovese della ragazza marocchina, ora maggiorenne. Nel caso, oltre a lei, sono coinvolti Nicole Minetti, consigliere della regione lombardia, Emilio Fede e Lele Mora. Gli ultimi due sarebbero i gestori veri e propri di tutto il giro di starlette, prostitute e varie ragazze di varie nazionalità disposte a tutto pur di ottenere qualcosa. E poi c’è Niccolò Ghedini, che deve occuparsi della difesa di Silvio Berlusconi, che oltre che dalla moglie, è stato definito “malato” anche da un’altra importante testimone, la cui identità rimane sconosciuta, ma fondamentale ai fini dell’inchiesta. Proprio questa testimone, insieme ad altre due, tutte amiche di Nicole Minetti, ha spiegato cosa succede durante le serate del Bunga Bunga: dopo una cena noiosa in cui il premier chiacchiera e racconta le famose barzellette, le ragazze vengono condotte nella “sala del bunga bunga”, una sorta di discoteca in cui possono travestirsi nei camerini. Infermiere, poliziotte, tutte a seno scoperto, hanno il compito di mimare scene di sesso nel modo più spregiudicato e disinibito possibile, per fare la gioia di Silvio Berlusconi ed Emilio Fede, oltre che di eventuali ospiti. La più brava, spregiudicata e convincente tra tutte, viene debitamente premiata. Insomma, se fosse vero, un faro nella perversione più becera e nel più melmoso squallore della’ essere umano. Un esempio di psicopatologia sessuale, che sarebbe da brivido se non destasse più interesse medico ed anche plurispecialistico.


16 Gennaio 2011

Categoria : Dai Lettori
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