Anno accademico, proteste e positività


L’Aquila - (Fotoservizio e servizio di Mardin Nazad) – Inaugurazione dell’anno accademico, questa mattina, tra proteste e positività, dati incoraggianti e problemi, polemiche e nel sottofondo la guerra per la conquista del rettorato che è da tempo cominciata. Un gruppo di docenti è palesemente schierato contro il prof. Ferdinando di Orio e non lo nasconde, sparando raffiche di comunicati e note contro l’attuale gestione, che è tuttavia difesa da un nucleo forte e sicuramente numeroso di esponenti del mondo accademico. Questa mattina sono apparsi slogan e cartelloni con scritte vistose, che ripropongono una frase già circolata nei giorni scorsi: “Università sul lastrico, di Orio dimettiti”.

 

“La ragione più vera per la celebrazione di questa giornata va cercata nelle migliaia di giovani che anche quest’anno hanno scelto di studiare nella nostra Università. Non è facile nè scontato, infatti, decidere ancora di iscriversi e frequentare il nostro Ateneo, in presenza delle mille difficoltà che ancora siamo costretti quotidianamente ad affrontare.” Con queste parole il Rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila, prof. Ferdinando Di Orio, apre la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2010-2011, tenutasi questa mattina presso l’Auditorium della Reiss Romoli.
“Mi sento di poter affermare che la fase dell’emergenza è ormai superata.- continua Di Orio- Certamente rimarrà sempre indelebile,in tutti noi, la memoria delle ferite subite e del dolore provato per le tante perdite;ma proprio questa memoria ha sin qui rappresentato la forza più grande per andare avanti. Aver superato la fase dell’emergenza, non vuol dire che tutti i problemi siano stati risolti. Non posso, soprattutto, nascondere le difficoltà derivate dall’inaspettato e ingiustificato taglio operato nei confronti del nostro Ateneo del 3,72% sul FFO 2009, che ha smentito di fatto l’accordo di programma sottoscritto dal Ministro Gelmini nel maggio 2009. Un accordo che chiediamo venga al più presto rispettato al fine di garantire le risorse necessarie per la rapida ristrutturazione delle strutture indispensabili per lo svolgimento della didattica e della ricerca. Accogliamo, invece, con soddisfazione il fatto che, nella seduta del 24 febbraio, il Comitato Tecnico di Attuazione del Provveditorato alle opere pubbliche abbia accolto le nostre richieste, destinando circa 5 milion d euro per la ristrutturazione della facoltà di Ingegneria (edificio B) e di Coppito 2 (edifici A e C). Stabilite le priorità, verranno portate avanti tutte le opere di edilizia universitaria a valere sul fondo di 70 milioni di euro che il MIUR non ha ancora stanziato.
L’Università dell’Aquila,intende sempre più applicarsi con energia e convinzione per apportare, alla città e a tutto il territorio, la forza delle proprie conoscenze, la cultura dei suoi docenti,il lavoro dei suoi ricercatori, l’energia e l’entusiasmo dei suoi studenti; per esprimere tutto ciò con un messaggio sloganistico ma efficace: ‘L’Università dell’Aquila c’è’.” Alle parole del Magnifico Rettore seguono quelle della studentessa Chiara Carulli, Presidente del Consiglio Studentesco, la quale, molto efficacemente, ha focalizzato l’attenzione sugli studenti che anche quest’anno hanno scommesso sull’ Ateneo aquilano, nonostante le gravi difficoltà. “Miope, ingenua e a tratti ridicola” viene definita la scelta del Comune dell’Aquila di stralciare dal progetto finanziato dall’Anci la parte che avrebbe permesso di realizzare trasporti serali. “In un territorio ‘spalmato’ come è oggi quello dell’Aquila, la mobilità è l’unico elemento in grado di dare una identità di città” spiega Chiara Carulli.
“A ormai due anni dal sisma, le condizioni degli studenti e ‘dell’Aquila città universitaria’ sono ancora molto lontane dal ritorno alla normalità. Nonostante quanto sia stato promesso in questi mesi, ci troviamo ancora a denunciare una situazione molto precaria sotto i diversi aspetti che caratterizzano la vita quotidiana di uno studente.
135 giorni: è il tempo passato dalla ormai imbarazzante inaugurazione del centro Polifunzionale donato dal Canada, ancora chiuso; 471 giorni: è il tempo passato dall’apertura dello studentato S. Carlo Borromeo,costruito con fondi pubblici e destinato a gestione pubblica, ancora oggi gestito in maniera privatistica dalla Curia;
694 giorni: è il tempo passato dal sisma, da allora la struttura polifunzionale dell’Adsu nel Polo di Coppito, dotata di mensa, bar,sale studio, versa in totale stato di abbandono. La Regione Abruzzo, proprietaria dell’immobile,non ha ancora cantierato la ristrutturazione.
Potremmo continuare così con Casale Marinangeli,l’ex Crab, Centi Colella… E questo solo per quanto riguarda le strutture! In questa città ricca di Caserme semivuote e che dice di puntare sull’Universita per rinascere, la nostra proposta è netta e chiara: ‘una caserma di meno, un campus di più’. ”
Ecco una dichiarazione Sen. Beppe Pisanu, presidente commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali: “A partire dal periodo giugno-luglio 2009, periodo post terremoto dunque, erano emerse vicende nelle quali si coglievano presenze inquietanti di Cosa Nostra, Andrangheta e Camorra spesso collegate ad imprese locali. Si intravedeva insomma una sorta di assedio mafioso ai fondi della ricostruzione; se l’assedio finora è sostanzialmente fallito lo si deve alla tenuta della società abruzzese ma anche alle forme efficaci di prevenzione e repressione poste in essere dalle autorità locali, dalla magistratura, dalle forze dell’ordine e in particolare dalle istituzioni di contrasto alla criminalità organizzata. Basti pensare che alla fine dello scorso anno erano già state definite le posizioni di oltre 1500 imprese, delle quali 16 hanno subito misure interdittive antimafia ed altre 38 segnalazioni atipiche. Delle 16 imprese interdette, 7 hanno la sede legale al Nord, 5 al Centro (di cui 4 in provincia dell’Aquila) e 4 al Sud.
Anche questa distribuzione territoriale la dice lunga sull’estensione della minaccia mafiosa… Nelle regioni di origine, Cosa Nostra, Andrangheta e Camorra esercitano tali condizionamenti sulle istituzioni, sulla società, sull’economia da costituire la più grande diseconomia esterna che si oppone allo sviluppo dell’intero mezzogiorno. Senza lanciare allarmi, ma sapendo che la criminalità organizzata non rinuncerà ai suo progetti, bisogna pensare a tenere alta la vigilanza della magistratura delle forze di polizia e sostenere la coscienza civile degli abruzzesi anche con la cultura della legalità e il senso dello Stato. La situazione viene radiografata ogni giorno, ma guai a ridurre minimamente l’attenzione, perché le capacita di penetrazione della mafia sono tra le più sofisticate.”


28 Febbraio 2011

Categoria : Cronaca
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