Regione: presto richiesta calamità naturale


L’Aquila – La Regione Abruzzo impegnata ad affrontare l’emergenza post alluvione in provincia di Teramo. Nelle prossime ore verra’ dichiarato lo stato di calamita’ naturale e il primo passo sara’ quello di sottoporre la richiesta al Consiglio dei Ministri, tramite una lettera di intenti predisposta dagli uffici regionali. L’assessore alla Protezione civile, Gianfranco Giuliante, ha fatto oggi il punto della situazione con il Governatore, Gianni Chiodi: ”Il lavoro che la Regione aveva preventivamente messo in atto sollecitando ai Comuni colpiti un report sulle maggiori difficolta’ e criticita’ e’ ormai all’epilogo; ora siamo in condizione di avere un quadro generale che ci consentira’ di passare alla seconda fase”. ”Auspico – ha aggiunto Giuliante – che, nel giro di pochi giorni, possa arrivare la risposta del Consiglio dei Ministri”. L’Assessore e’ in contatto continuo con i rappresentanti del governo nazionale: ”Il filo diretto con Roma prosegue senza soste; stiamo pero’ lavorando anche e soprattutto a livello locale, di concerto con la Protezione civile che, nell’immediato, e’ scesa in campo con tutte le forze per far fronte alle primissime necessita”’. Quanto ai danni causati dall’alluvione, l’assessore Giuliante ha riferito che ”siamo nell’ordine di decine di milioni di euro, anche se una stima precisa non possiamo ancora farla, considerando che alcune situazioni devono essere ulteriormente approfondite e definite”. ”In tal senso – ha puntualizzato – la Protezione civile ha pero’ disposto in modo puntuale che per tutte quelle che erano le emergenze in atto, si poteva lavorare in regime di urgenza, con il successivo rimborso delle spese, previa documentazione, e cosi’ e’ stato fatto”. ”Negli ultimi giorni – ha ricordato poi Giuliante – la Protezione civile e’ scesa in campo con oltre cento uomini. La scorsa notte sono stati monitorati alcuni fiumi, oltre alla frana di Notaresco.
Siamo stati anche al lavoro in provincia di Pescara e Chieti dove c’era il rischio di esondazione di alcuni corsi d’acqua (fra cui il fiume Sangro), poi fortunatamente rientrati negli argini. Soprattutto in provincia di Teramo pero’ – ha concluso – la guardia resta alta”.


07 Marzo 2011

Categoria : Cronaca
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