Flaiano, Il Cigno Nero e altro


Pescara – Martedì 5 luglio il Flaiano Film Festival ha in serbo alcuni film da non perdere a cominciare dalla Sala 1 alle ore 20,30 con la proiezione de “Il cigno nero” di Darren Aronofsky interpretato da Natalie Portman: Nina è una ballerina del New York City Ballet che sogna il ruolo della vita e un amore che spezzi l’incantesimo di un’adolescenza mai finita. Incalzata da una madre frustrata, si sottopone a un allenamento estenuante sotto lo sguardo esigente di Thomas Leroy. Coreografo appassionato e deciso a farne una fulgida stella, Leroy le assegna la parte della protagonista nella sua versione rinnovata del “Lago dei cigni”. Sul palcoscenico Nina sarà Odette, principessa trasformata in cigno dal sortilegio del mago Rothbard, da cui potrà scioglierla soltanto il giuramento di un eterno amore. Eterea e piena di grazia Nina incarna alla perfezione il candore del cigno bianco e con difficoltà il suo doppio nero e tenebroso, che in una superba variazione ingannerà il suo principe e la voterà al suicidio. La ricerca ossessiva del suo lato oscuro e della consapevolezza della propria sessualità la condurranno verso una tempesta emozionale e all’incontro con Lily, insidiosa rivale in nero. Dietro le quinte Nina si strugge e si predispone a ‘doppiare’ il suo cigno bianco.

Alle ore 18,30 replica di “Boris. Il film”. Alle ore 22,30 sarà proiettato “Biutiful” di Alejandro Inarritu con Javier Bardem: Uxbal ha due figli, Ana e Mateo che ama profondamente e una moglie, Marambra, con la quale c’è un rapporto conflittuale che li spinge a separazioni e a tentativi di riappacificamento. Uxbal vive di manodopera clandestina che sopravvive ammassata in tuguri (i cinesi) o cerca di far crescere il proprio figlio in condizioni comunque estremamente precarie come l’africana Ige. Uxbal si trova a confronto con la morte anche di minorenni. Uxbal attende la morte, la sua. Uxbal ha un cancro che gli lascia poco da vivere. Per Alejandro Gonzales Inarritu è finalmente arrivato il film della maturità. Liberatosi dell’autoimposta necessità di far prevalere gli incastri di montaggio sulla qualità della sceneggiatura si autorizza in Biutiful a portare sullo schermo una storia tanto lineare quanto complessa e profonda.

In Sala 2 alle ore 18,30 per il concorso italiano “Lettere dal deserto” di Michela Occhipinti che sarà presente in sala: non è un documentario ma un film a tutti gli effetti. Lo testimonia la presenza di una sceneggiatura, di un’idea iniziale, e di una intensa fase organizzativa precedente le riprese. Quindi la scelta degli attori, delle locations, una serie di sopralluoghi sono stati fatti per scrutare e poi selezionare il deserto inospitale del Thar, Rajasthan Occidentale in India. La regista, racconta che il film le è venuto in mente leggendo un articolo della giornalista indiana Pramila Phatarphekar, che narra la storia di un postino che trascorre la sua vita consegnando delle lettere, proprio come il protagonista del film. Il quale percorre immense distese di deserto, chilometri e chilometri, che consentono alla macchina da presa di effettuare campi lunghi e lunghissimi immortalando un deserto che ha il colore dell’ambra.

Alle ore 20,45 omaggio a Monicelli con “Un eroe dei nostri tempi” mentre alle ore 22,45 sarà proposto “Malavoglia” di Pasquale Scimeca: i veri protagonisti del film di Scimeca sono il mare e la musica. Elementi fluttuanti, liquidi, non confinabili. L’uno immodificabile nella sua spietata bellezza, l’altra continuamente modificata dalla volontà umana. E forse è questo uno dei motivi del proporre un’attualizzazione così spinta del classico della letteratura verghiana: vedere quanto di nuovo si può immettere per far risaltare ciò che non cambierà mai. I Malavoglia del duemila rimangono una famiglia rocciosa che combatte barcamenandosi contro il mare del destino avverso, ma è il contesto che è cambiato.

In Sala 3 alle ore 18,30 è la volta di Michelangelo Antonioni e del suo “La signora senza camelie” mentre alle ore 20,45 sarà presentato l’ultimo film di Claudio Cupellini “Una vita tranquilla”: nel centro della Germania vive Rosario, italiano cinquantenne che mischia il cinghiale con il granchio nella cucina del suo albergo. Con un bella moglie e un figlio gentile, vive felice ma ammazza gli alberi con i chiodi perché vuole ampliare il suo hotel. Quello che si sforza di uccidere è anche il suo passato di pluriomicida che un giorno gli fa visita sottoforma di Edoardo e Diego, due giovani di malavita, minacce per la sua “vita tranquilla”.

Infine alle ore 22,45 sarà proposto “Precious” di Lee Daniels: Precious Jones ha diciassette anni, un corpo obeso e un figlio nel ventre (il secondo ed entrambi sono frutto di incesto). A scuola viene derisa dai compagni anche perchè non ha ancora imparato a leggere e scrivere. A casa la madre non solo non la difende dalle violenze paterne ma la accusa di averglielo rubato oltre a cercare di ostacolare in ogni modo i suoi tentativi di riscatto dall’ignoranza. Precious però, solo apparentemente ottusa, tiene duro. Accetta l’offerta di iscriversi a una scuola con un programma speciale dove finalmente comincia ad apprendere come leggere e scrivere e, soprattutto, decide di tenere il bambino. La strada verso l’autodeterminazione non è però facile. Una vera sopresa positiva questa opera seconda di Lee Daniels. Ispirato a un romanzo di Sapphire il film non ha nulla di letterario e non a caso, prima di essere presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard, ha vinto al Sundance il Premio del Pubblico e il Gran Premio della Giuria. Entrambi meritati perchè questa storia di ordinaria violenza domestica e sociale è narrata con uno stile decisamente originale e si avvale di una protagonista che riesce a trasformare il proprio problema fisico in una risorsa di indubbio impatto. Se vedendola comprendi come il mondo che la circonda possa trovare più di un’occasione per deriderla, Daniels riesce a farti aderire immediatamente all’universo dei suoi desideri non facendo ricorso a un facile pietismo ma lavorando sul suo immaginario.

di Darren Aronofsky interpretato da Natalie Portman: Nina è una ballerina del New York City Ballet che sogna il ruolo della vita e un amore che spezzi l’incantesimo di un’adolescenza mai finita. Incalzata da una madre frustrata, si sottopone a un allenamento estenuante sotto lo sguardo esigente di Thomas Leroy. Coreografo appassionato e deciso a farne una fulgida stella, Leroy le assegna la parte della protagonista nella sua versione rinnovata del “Lago dei cigni”. Sul palcoscenico Nina sarà Odette, principessa trasformata in cigno dal sortilegio del mago Rothbard, da cui potrà scioglierla soltanto il giuramento di un eterno amore. Eterea e piena di grazia Nina incarna alla perfezione il candore del cigno bianco e con difficoltà il suo doppio nero e tenebroso, che in una superba variazione ingannerà il suo principe e la voterà al suicidio. La ricerca ossessiva del suo lato oscuro e della consapevolezza della propria sessualità la condurranno verso una tempesta emozionale e all’incontro con Lily, insidiosa rivale in nero. Dietro le quinte Nina si strugge e si predispone a ‘doppiare’ il suo cigno bianco.

Alle ore 18,30 replica di “Boris. Il film”. Alle ore 22,30 sarà proiettato “Biutiful” di Alejandro Inarritu con Javier Bardem: Uxbal ha due figli, Ana e Mateo che ama profondamente e una moglie, Marambra, con la quale c’è un rapporto conflittuale che li spinge a separazioni e a tentativi di riappacificamento. Uxbal vive di manodopera clandestina che sopravvive ammassata in tuguri (i cinesi) o cerca di far crescere il proprio figlio in condizioni comunque estremamente precarie come l’africana Ige. Uxbal si trova a confronto con la morte anche di minorenni. Uxbal attende la morte, la sua. Uxbal ha un cancro che gli lascia poco da vivere. Per Alejandro Gonzales Inarritu è finalmente arrivato il film della maturità. Liberatosi dell’autoimposta necessità di far prevalere gli incastri di montaggio sulla qualità della sceneggiatura si autorizza in Biutiful a portare sullo schermo una storia tanto lineare quanto complessa e profonda.

In Sala 2 alle ore 18,30 per il concorso italiano “Lettere dal deserto” di Michela Occhipinti che sarà presente in sala: non è un documentario ma un film a tutti gli effetti. Lo testimonia la presenza di una sceneggiatura, di un’idea iniziale, e di una intensa fase organizzativa precedente le riprese. Quindi la scelta degli attori, delle locations, una serie di sopralluoghi sono stati fatti per scrutare e poi selezionare il deserto inospitale del Thar, Rajasthan Occidentale in India. La regista, racconta che il film le è venuto in mente leggendo un articolo della giornalista indiana Pramila Phatarphekar, che narra la storia di un postino che trascorre la sua vita consegnando delle lettere, proprio come il protagonista del film. Il quale percorre immense distese di deserto, chilometri e chilometri, che consentono alla macchina da presa di effettuare campi lunghi e lunghissimi immortalando un deserto che ha il colore dell’ambra.

Alle ore 20,45 omaggio a Monicelli con “Un eroe dei nostri tempi” mentre alle ore 22,45 sarà proposto “Malavoglia” di Pasquale Scimeca: i veri protagonisti del film di Scimeca sono il mare e la musica. Elementi fluttuanti, liquidi, non confinabili. L’uno immodificabile nella sua spietata bellezza, l’altra continuamente modificata dalla volontà umana. E forse è questo uno dei motivi del proporre un’attualizzazione così spinta del classico della letteratura verghiana: vedere quanto di nuovo si può immettere per far risaltare ciò che non cambierà mai. I Malavoglia del duemila rimangono una famiglia rocciosa che combatte barcamenandosi contro il mare del destino avverso, ma è il contesto che è cambiato.

In Sala 3 alle ore 18,30 è la volta di Michelangelo Antonioni e del suo “La signora senza camelie” mentre alle ore 20,45 sarà presentato l’ultimo film di Claudio Cupellini “Una vita tranquilla”: nel centro della Germania vive Rosario, italiano cinquantenne che mischia il cinghiale con il granchio nella cucina del suo albergo. Con un bella moglie e un figlio gentile, vive felice ma ammazza gli alberi con i chiodi perché vuole ampliare il suo hotel. Quello che si sforza di uccidere è anche il suo passato di pluriomicida che un giorno gli fa visita sottoforma di Edoardo e Diego, due giovani di malavita, minacce per la sua “vita tranquilla”.

Infine alle ore 22,45 sarà proposto “Precious” di Lee Daniels: Precious Jones ha diciassette anni, un corpo obeso e un figlio nel ventre (il secondo ed entrambi sono frutto di incesto). A scuola viene derisa dai compagni anche perchè non ha ancora imparato a leggere e scrivere. A casa la madre non solo non la difende dalle violenze paterne ma la accusa di averglielo rubato oltre a cercare di ostacolare in ogni modo i suoi tentativi di riscatto dall’ignoranza. Precious però, solo apparentemente ottusa, tiene duro. Accetta l’offerta di iscriversi a una scuola con un programma speciale dove finalmente comincia ad apprendere come leggere e scrivere e, soprattutto, decide di tenere il bambino. La strada verso l’autodeterminazione non è però facile. Una vera sopresa positiva questa opera seconda di Lee Daniels. Ispirato a un romanzo di Sapphire il film non ha nulla di letterario e non a caso, prima di essere presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard, ha vinto al Sundance il Premio del Pubblico e il Gran Premio della Giuria. Entrambi meritati perchè questa storia di ordinaria violenza domestica e sociale è narrata con uno stile decisamente originale e si avvale di una protagonista che riesce a trasformare il proprio problema fisico in una risorsa di indubbio impatto. Se vedendola comprendi come il mondo che la circonda possa trovare più di un’occasione per deriderla, Daniels riesce a farti aderire immediatamente all’universo dei suoi desideri non facendo ricorso a un facile pietismo ma lavorando sul suo immaginario.


04 Luglio 2011

Categoria : Cultura
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