Regione – Costa teatina: parco, ma diverso (come lo intende Febbo)


L’Aquila – Il Consiglio regionale ha approvato – con i voti del Pdl e l’astensione di Fli, Udc e Api – una risoluzione a firma del Capogruppo del PdL Lanfranco Venturoni. Nel documento, illustrato dall’Assessore regionale ai Parchi Gianfranco Giuliante, viene di fatto recepita la linea già più volte ribadita nei mesi scorsi dall’Assessore regionale Mauro Febbo e finita al centro di una polemica politica, che ha portato alla richiesta di un Consiglio regionale straordinario da parte delle opposizioni all’Emiciclo. “Il dibattito sul Parco della Costa Teatina – si legge nella risoluzione – si deve concentrare sulle riserve, perché queste possano costituire il nucleo originario di un nuovo concetto di Parco, un Parco diffuso, un Parco a isole, connesse fra loro in un sistema territoriale a rete. E’ qui la soluzione, è qui il futuro per questa importantissima fascia del territorio abruzzese. L’elemento connettivo di questo sistema aperto, potrà essere individuato nel tracciato della ferrovia costiera, così da integrare, in un unicum riqualificante e innovativo, il Progetto Speciale Territoriale della fascia costiera (elaborato dalla Provincia di Chieti) e quello del Parco della Costa. Valido supporto a tale scelta – continua il documento – potrà essere un Piano del Parco che concentri gli elementi distintivi di tutela, facendoli coincidere con i perimetri delle Riserve esistenti; che istituisca una fascia intermedia coincidente con il tracciato ferroviario (considerabile quale ‘corridoio ecologico’) e individui un’area di protezione esterna, la cui perimetrazione è già nota, che consenta un equilibrato sviluppo del distretto turistico costiero teatino-frentano-vastese e la valorizzazione delle peculiarità produttive d’eccellenza dei comprensori interessati. Un siffatto Parco e il Piano ad esso conseguente, potrebbe recepire quanto già normato negli strumenti di pianificazione territoriale di area vasta già esistenti e non compromettere le attività socio-economiche attuali e future”. Respinta, invece, un’altra risoluzione a firma di Walter Caporale (Verdi). Le opposizioni avevano chiesto le dimissioni di Mauro Febbo da coordinatore del Tavolo tra i Comuni interessati, la Regione e la Provincia di Chieti.
Questo il testo integrale del documento Venturoni:
“IL CONSIGLIO REGIONALE DELL’ABRUZZO
Premesso che
Con Legge 344/1997 si individua la costa teatina quale area di pregio naturalistico
Con Legge 93/2001 veniva istituito il Parco Nazionale della Costa Teatina
Con L.R. 5/2007 vengono istituite le Riserve Naturali di: Ripari di Giobbe, Punta Acquabella, Grotta delle Farfalle, Marina di Vasto, e che tali aree vanno ad aggiungersi alla Riserva di Punta Aderci (L.R. 9/1998) e alla Riserva della Lecceta di Torino di Sangro (L.R. 67/2001)
Con il Decreto “milleprororoghe”, nel febbraio 2011, si stabilisce il 30 settembre 2011 come data ultima per la perimetrazione del suddetto parco nella fascia costiera teatina fra Ortona e San Salvo, sono già individuate le Riserve Naturali d’interesse Regionale (Punta Acquabella, Grotta delle Farfalle, Lecceta di Torino di Sangro, Punta Aderci), un’area d’interesse storico-artistico (Abbazia di San Giovanni in Venere) e il biotopo della Marina di San Salvo. Queste aree, a eccezione di Punta Aderci e della Lecceta, a tutt’oggi non risultano essere state effettivamente attivate dalle comunità locali, e scontano un effettivo ritardo nella programmazione degli strumenti previsti dalla normativa regionale (L.R. 38/1996), come ad esempio l’elaborazione dei Piani di Assetto Naturalistici, e le conseguenti misure volte alla loro valorizzazione. Enti Locali che, tra l’altro, non avendo proceduto a quanto previsto dalla L.R. 5/2007, hanno perso fondi dedicati, previsti dalla normativa in parola. Il secondo ordine di considerazione è afferente al contesto fisiografico-territoriale ove insisterebbe il previsto Parco Nazionale. Appare evidente che in un siffatto comprensorio, ove la presenza antropica ha una centralità non prescindibile, anche in considerazione del complesso dell’attività economiche ivi sviluppate, la perimetrazione e l’istituzione del Parco della Costa Teatina, non possa che informarsi a linee guida e a criteri di riferimento che abbiano in debito conto, tanto la tutela ambientale quanto la valorizzazione e la salvaguardia delle iniziative poste in essere dai diversi attori sociali (artigianato, turismo, enogastronomia d’eccellenza ecc.). Il terzo ordine di considerazione concerne l’idea stessa di parco: nell’immaginario collettivo, infatti, un Parco corrisponde unicamente ad una zona sottoposta a vincolo di vario genere dove gli ambienti più belli e significativi sotto il profilo ambientale vengono salvaguardati e le risorse naturalistiche tutelate in modo integrale e continuativo con il fine di evitare rischi di riduzione eccessiva o modificazione del ruolo ecologico di quel territorio. Il senso, però, di un’area protetta non si esaurisce qui come molti sarebbero portati a credere. Un’area protetta è, invero, molto di più: è, infatti, il luogo principale, dove realizzare e promuovere una corretta convivenza fra “Uomo e Ambiente”. L’applicazione pratica di tale principio non può prescindere da un sistema gestionale “alternativo” basato su di un modello partecipativo aperto a tutti i principali attori che agiscono sul territorio. Si sta parlando, in poche parole, di un’idea di Ente Parco quale “soggetto di sviluppo”, promotore e centro di aggregazione di “pluralità” che investono in aree protette in funzione della strategicità delle risorse a disposizione ed in linea con le direttive dello sviluppo sostenibile. In ragione di questo accresciuto spirito di collaborazione sarebbe possibile contrattualizzare un nuovo patto sociale. Tale idea di parco esclude quindi la possibilità che, tanto nella sua costituzione quanto nella sua perimetrazione, questo risulti essere espressione di scelte preordinate, imposte e prive della necessaria partecipazione e condivisione degli enti e delle popolazioni residenti. Un parco non può nascere “contro” qualcosa ma “per” rappresentare una reale opportunità di sviluppo e promozione territoriale.
Tutto ciò premesso, il Consiglio Regionale d’Abruzzo
Ritiene che :
- il dibattito sul Parco della Costa Teatina si deve concentrare sulle Riserve, perché queste possano costituire il nucleo originario di un nuovo concetto di Parco, un Parco diffuso, un Parco a Isole, connesse fra loro in un sistema territoriale a rete. E’ qui la soluzione, è qui il futuro per questa importantissima fascia del territorio abruzzese. L’elemento connettivo di questo sistema aperto potrà essere individuato nel tracciato della ferrovia costiera, così da integrare, in un unicum riqualificante e innovativo, il Progetto Speciale Territoriale della fascia costiera (elaborata dalla Provincia di Chieti) e quello del Parco della Costa.
- valido supporto a tale scelta potrà essere un Piano del Parco che concentri gli elementi distintivi di tutela, facendoli coincidere con i perimetri delle Riserve esistenti; che istituisca una fascia intermedia coincidente con il tracciato ferroviario (considerabile quale “corridoio ecologico”) e individui un’area di protezione esterna, la cui perimetrazione è già nota, che consenta un equilibrato sviluppo del distretto turistico costiero teatino-frentano-vastese e la valorizzazione delle peculiarità produttive d’eccellenza dei comprensori interessati. Un siffatto Parco ed il Piano ad esso conseguente, potrebbe recepire quanto già normato negli strumenti di pianificazione territoriale di area vasta già esistenti e non compromettere le attività socio-economiche attuali e future”.


20 Settembre 2011

Categoria : Cronaca
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