Puntellazioni del centro storico aquilano. Riflessioni sul tema.


Tutti sanno che i puntellamenti si fanno per evitare che i danni degli edifici pericolanti si aggravino o per evitare crolli pericolosi per l’incolumità delle persone.
È noto a tutti, anche che la responsabilità per i danni provocati a terzi dai crolli incombe sui proprietari che, quindi hanno l’obbligo e anche l'interesse a mettere in sicurezza le loro proprietà, in quanto rischiano di peggiorare i dissesti e anche di pagare i danni causati dalla loro incuria.
Il Comune di solito non interviene mai direttamente per consolidare, si limita a emanare apposite ordinanze prescrittive per i proprietari. Interviene direttamente, ma con spese a carico dei proprietari solo, quando questi non si attivano per eliminare i pericoli per la pubblica incolumità. Se non vi è pericolo per la popolazione il Comune non ha motivo né titoli per intervenire su proprietà private. Questa é la legge.
L'intervento attivato dal Comune dell’Aquila di provvedere direttamente tramite ditte di sua fiducia ad effettuare gli interventi di puntellamento sui beni privati per sistemare le parti pericolanti, appare quindi una forzatura inspiegabile e pericolosa oltre che un buon sistema per cacciarsi nei guai.
La decisione è inspiegabile: in quanto non solo non c'é alcun bisogno di sostituirsi al privato per intervenire in casa sua, ma vi è anche il serio dubbio che si stia commettendo anche una illegalità in quanto si forniscono ai privati ( e solo a quelli del centro storico aquilano) un vantaggio patrimoniale pari ai costi dei lavori di puntellamento realizzati a spese della comunità, al di fuori di un quadro normativo che regolamenti il loro diritto alla prestazione. Eppure sarebbe bastato che tutti i privati fossero stati invitato dal Comune ad effettuare le puntellazioni necessarie a mettere in sicurezza i loro edifici e venissero autorizzati, con apposita ordinanza, motivata dall’evento sismico, a portare il conto dell’impresa alla protezione civile o al Prefetto. In questa ipotesi tutta la procedura si sarebbe messa in moto subito velocemente. Oggi gli edifici del centro storico aquilano maggiormente danneggiati sarebbero già stati messi in sicurezza e si sarebbe attivato un ciclo virtuoso sull’economia locale.
La decisione del comune di intervenire direttamente appare anche pericolosa in quanto puntellare un edificio lesionato non é cosa semplice o intuitiva se realizzata senza una verifica preliminare complessiva della staticità globale.
Richiede quantomeno la conoscenza dei principi della statica se non addirittura del comportamento dinamico della struttura sotto sisma. In ogni caso non può essere lasciata all’arbitrio del geometra dell’impresa che esegue i lavori che potrebbe avere interesse a metter quanti più puntelli può.
Ricordo che un puntellamento o una catena è una forza esterna che può alterare significativamente il comportamento della struttura in caso di sisma. In molti casi, puntelli mal posizionati “scaricano” i muri dal peso dei solai che divengono quindi meno stabili e quindi paradossalmente aumentano il rischio di crolli.
Basta girare per l’Aquila per rendersi conto che alcuni puntellamenti sarebbero potuti essere realizzati senza invadere la carreggiata, altri sono stati realizzati maldestramente "a contrasto" e dovranno essere demoliti, altri risultano inutili perché puntellano opere ormai irrecuperabili altri, sono pericolosi, come i puntelli posti al centro di archi o volte! Per non parlare di quelli palesemente sovradimensionati che sembrano eseguiti al solo scopo di aumentare la spesa! Per fortuna non mancano anche progetti da prendere ad esempio e soluzioni innovative per la loro semplicità ed efficacia. Resta il quesito di partenza: a quale titolo il Comune ordina ad un’impresa di entrare in un’abitazione privata per mettere dei puntelli o delle catene? E soprattutto perché si impiccia di questa funzione aprendo interrogativi che potevano benissimo essere evitati? Ora chi risponderà della corretta posa in opera dei puntelli e delle catene in assenza di uno studio preliminare di consolidamento? Chi li toglierà quando iniziano lavori di ristrutturazione? e se i puntelli o le catene fossero in numero esorbitante rispetto alle necessità con doppio spreco di pubblico denaro?
È vero che non bisogna burocratizzare e che in caso di emergenza le regole che si applicano in condizioni normali vanno snellite, ma bisogna pur sempre stabilire delle regole che facciano salva la “par condicio”. Il Comune avrebbe potuto non immischiarsi in cose che i privati avrebbero potuto fare benissimo da soli e impegnare le sue scarse risorse per puntellare le sue proprietà o per organizzare solo gli interventi dei proprietari inadempienti.
Al più avrebbe potuto rendersi utile per organizzare i controlli a campione sull’eseguito per evitare abusi e sprechi.
O mi sbaglio.
Leggi anche https://www.inabruzzo.com/opinioni.php?id=13


02 Dicembre 2009 - 23:00

Giampaolo Ceci  -  Ingegnere