Centrale idroelettrica Aterno, solo un danno


Aterno mar 08 poca acquaL’Aquila – (di Lelio De Santis, IdV) – La Regione Abruzzo qualche giorno fa ha dato il via libera all’attivazione della centrale idroelettrica sul fiume Aterno, che prevede il prelievo di 1.500 litri al secondo di acqua per la produzione di energia elettrica ad opera del Consorzio di bonifica del Sagittario. Il prelievo dell’acqua è previsto nel luogo in cui il fiume attraversa le Gole di S.Venanzio, toccando i territori dei comuni di Molina Aterno, di Castelvecchio Subequo, del Parco Sirente-Velino e di Raiano con la sua riserva naturale.
L’idea – vecchia e dannosa – risale agli anni ottanta quando l’opera, appena realizzata, non entrò in funzione per il motivato diniego dei pareri da parte dei Comuni e per l’opposizione delle popolazioni.
Oggi, l’intervento è certamente incompatibile con il contesto ambientale e con la destinazione del territorio diventato Parco Regionale Sirente-Velino con la L.R. n° 54 del 1989; è ancora più incompatibile con l’esigua e discontinua portata d’acqua del fiume che soprattutto nel tratto a monte, nella valle subequana, è molto ridotta e, d’estate, è nulla essendo il fiume in secca, anche a causa dello sbarramento per scopo irriguo nella piana aquilana.
Prelevare 1.500 litri al secondo in un fiume in cui per molti mesi dell’anno non scorre tale quantitativo d’acqua significa violentare l’ecosistema con il solo intento di favorire le esigenze industriali di tipo privatistico rispetto alle esigenze della collettività e della tutela della natura. Sarà un caso, ma nel momento in cui il Governo incassa la fiducia sul decreto Ronchi, che privatizza i servizi dell’acqua, si rilancia sul territorio la corsa all’uso improprio delle risorse idriche ed alla speculazione a favore di pochi ed a danno dei cittadini e dell’ambiente naturale.
Penso che sia doverosa una riflessione da parte dell’Ente Regione che deve avere tutti gli elementi a disposizione, a cominciare dai pareri tecnici del Ministero dell’Ambiente e dell’Autorità di Bacino, prima di pronunciarsi a favore.
Un’analoga riflessione spetterebbe agli Enti Locali interessati, al Parco Sirente-Velino ed alla Provincia,che invito a riconsiderare il problema ed ad impedire – come fecero gli amministratori dell’epoca – uno scempio ambientale ed un danno irreparabile per un territorio protetto, ma abbandonato e spopolato, a cui rimangono per sopravvivere solo le sue risorse storico-culturali e naturalistiche.
(Nella foto: Il fiume Aterno nel marzo 2008)


25 Novembre 2009

Categoria : Dai Lettori
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