Basilica di S.Maria di Collemaggio: che il restauro salvaguardi i messaggi del Sole


L’Aquila – Le associazioni Panta Rei e Archeoclub L’Aquila ci inviano questo loro prezioso intervento, opportuno nei giorni in cui si torna a parlare del progetto di restauro di Collemaggio. Lo pubblichiamo condividendolo, e ricordando che lo spettacolo della luce solare in particolari momenti dell’anno è di potente e purtroppo non giustamente valutata suggestione.
“Entrare in una chiesa medievale vuol dire varcare una soglia verso un altrove dove cielo e terra si uniscono realizzando un pezzo di paradiso terrestre; adattare lo sguardo all’oscurità è un invito a raccogliersi interiormente, ad aprire i sensi dell’anima e pregare o meditare o semplicemente porsi in ascolto della “Voce del silenzio” che parla nel cuore umano. L’ovattata atmosfera della casa di Dio va salvaguardata per non tradire il progetto degli antichi costruttori, come ogni particolare da essi studiato con precisione matematica. In particolare a S. Maria di Collemaggio vanno salvaguardati gli straordinari messaggi del sole in momenti significativi dell’anno, che richiamano folle ammirate di tanta perizia. Al solstizio d’estate (festa di S. Giovanni) il sole, penetrando attraverso il rosone centrale- opportunamente fuori asse di 3° rispetto al portale centrale- squarcia la penombra dell’interno della basilica e va a colpire i cerchi concentrici bicromi che ornano il pavimento nella navata centrale, sì da ripetere, attraverso il gioco di luci ed ombre analogo disegno fissando il momento in cui un raggio luminoso informa le acque primordiali.

Il crollo e la copertura che fa filtrare la luce ha falsato lo straordinario effetto che richiede l’oscurità perché risulti con nettezza: basterà il ripristino della volta perché torni pienamente visibile il messaggio del sole. Chi poi ha assistito alla proiezione di luce solare dal rosone centrale in direzione dell’altare nel giorno dell’Assunta, il 15 agosto, avrà notato che questa raggiunge la sommità del finestrone gotico dell’abside. Il crollo della cupola e dell’arco settecentesco a tutto sesto sostenuto dai due pilastri polilobati, ha determinato un perfezionamento del gioco solare, dato che prima del 6 aprile del 2009 la proiezione di luce dal rosone centrale al tramonto veniva bloccata in parte dall’arco a tutto sesto evidente frutto di un rifacimento dopo uno dei crolli che hanno interessato l’area del transetto.

Con il crollo dell’arco a tutto sesto il gioco solare è tornato ben visibile (foto 3), disturbato solo da un tirante della struttura di messa in sicurezza della basilica. Nel giorno dell’Assunta, in cui Maria ascende al cielo e viene incoronata dal Figlio che si è definito “luce del mondo”, la perizia dei Costruttori di Collemaggio ha reso visibile la sagoma della Vergine, avvolta nel suo mantello, con il capo irradiante di luce e ciò nell’istante che precede il tramonto del sole.

La deduzione logica di tale osservazione è che l’arco a tutto sesto della navata centrale, costruito dopo il crollo determinato dal forte terremoto del 1703, sia stato realizzato in sostituzione di un preesistente arco romanico più elevato, come suggerito da Monsignor Orlando Antonini nel suo testo “L’Aquila nuova negli itinerari del Nunzio”, del 2012, a pag.89-92 conformemente ad altre chiese aquilane come S. Giusta, S. Nicola d’Anza, S. Pietro.

Si auspica che i progettisti del restauro della Basilica prendano a cuore i meravigliosi giochi di luce estremamente suggestivi e commoventi nel messaggio che recano e si potrebbe pensare ad invitare Papa Francesco ad assistere allo spettacolo luminoso dell’assunzione di Maria alla riapertura della chiesa di Celestino.


10 Giugno 2014

Categoria : Storia & Cultura
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