Fioccano ordinanze nel Comune di Ofena


Ofena – Altri problemi ad Ofena, uno dei tanti comuni colpiti dal sisma del 6 aprile scorso, un comune come molti dove i centri storici erano già fatiscenti per l’incuria delle amministrazioni e dei turisti che hanno acquistato case vecchie per passarci l’estate. “Con l’evento sismico -denuncia Dino Rossi del Cospa – molte di queste catapecchie sono crollate a terra e altre rendono pericolose le vie di accesso in quelle poche abitazioni rimaste agibili nell’interno del paese. Il Sindaco invece di mettere in sicurezza le vie di accesso con una bonifica, come sta accadendo negli altri comuni, lei invia ordinanze di rientro nelle proprie abitazioni, nonostante ci sia ancora in corso lo sciame sismico di assestamento. I cittadini di Ofena sono costretti ad accedere alle loro case passando per le macerie e vicoli pericolanti, molti si essi sono persone anziane ed alcuni sono portatori di handicap. Non si capisce come a questo Sindaco senza cuore venga in mente di mettere in pericolo gli ofenesi. Lo ha fatto in precedenza emettendo un’ordinanza di sgombero a distanza di 5 giorni dal sisma e lo sta facendo adesso ordinando invece il rientro nelle proprie abitazioni. E non finisce qui! Avete presente quelle tende sparse su tutto il territorio aquilano che la protezione civile impropriamente ha dato ad alcuni cittadini? Il Nostro Sindaco unico della provincia dell’Aquila, con un’ordinanza ad hoc le ha fatte rimuovere tutte dalla Protezione Civile mettendo ancora una volta a disagio gli ofenesi. Inoltre, una di queste tende era stata affidate ad un allevatore iscritto a codesta associazione, il quale ha dei genitori invalidi che hanno costantemente bisogno di assistenza e il Sindaco invece di preoccuparsi e di dare loro assistenza gli toglie la tenda. In pratica ad Ofena di terremoti ce ne sono stati due, uno dovuto all’evento calamitoso e l’altro dovuto ad un Sindaco che a parere di molti sembra che abbia un cuore di pietra. Intanto ad Ofena le persone sfollate da 15 giorni dormono nelle tende al freddo senza riscaldamento e senza docce. Se questa è la macchina della protezione civile ne possiamo fare anche a meno visto che fino ad adesso risulta solo un carrozzone che costa a noi cittadini fior di milioni e risulta mal funzionante. Di chi è la colpa? Intanto questa associazione ha inviato presso la Questura e la Prefettura dell’ Aquila un esposto sperando che non faccia la stessa fine di quello per la casa dello studente fatto precedentemente al sisma da una studentessa”.


24 Aprile 2009

Categoria : Cronaca
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