Ospedali: “Non chiusure, rimodulazioni”


Silvi – Ospedali abruzzesi, nuova pagina di una storia che ormai lascia tutti sfiduciati e scettici: nessuno dei 22 esistenti sarà chiuso, ma dovranno essere rimodulati. Per uno solo ci sono problemi da superare, quello di S.Omero, in Val Vibrata, nella gestione del quale forse entreranno dei privati, perchè la gestione attualmente presenta aspetti di criticità. Il pendolarismo delle dichiarazioni e delle smentite, del detto e del ridetto, cominciano a stancare gli abruzzesi. Comunque, per dovere di informazione, vanno riferite le ultime notizie. La fonte è autorevole: parole dell’assessore regionale alla sanità Lamberto Venturoni, e del subcommissario alla sanità, Giovanna Baraldi. Il luogo: il congresso del sindacato medico Assomed-Anaao, a Silvi. Una sede che va definita almeno sacrosanta per delle dichiarazioni sul futuro degli ospedali abruzzesi. Se non ci fossero, perrò, le parole in libertà di qualche giorno fa, dalle labbra del Ministro Fazio: “In Abruzzo sono troppi 22 ospedali, ne bastano nove”. In fondo, siamo soltanto 1,2 milioni di abitanti, ai quali però vanno aggiunti coloro che vengono a curarsi da fuori (si, esiste anche una mobilità verso i nosocomi abruzzesi), le case di cura private (pensate al disastro di Villa Pini), i turisti che abitano in Abruzzo durante l’estate e durante l’inverno.
Se ce li teniamo tutti e 22, cosa faremo degli ospedali esistenti? “L’obiettivo – dice Venturoni – è la loro rimodulazione, senza perdite di posti letto. Vanno riqualificati, specializzati, trasformati in presidi di attività territoriali, ad esempio la geriatria (visto che anziani e vecchi aumentano e aumenteranno sempre, si vive di più); va accentuata la specializzazione dei nosocomi minori, mentre i maggiori vanno potenziati e dotati di moderne ed evolute attrezzature.

Un esempio? Il pronto soccorso pediatrico inaugurato ieri a L’Aquila, spesa 2,2 milioni: meno male, però, che li ha pagati Sky, altrimenti quando arrivava?
Il presidente Chiodi ripete sempre che bisogna spendere meglio, risparmiare (ed è possibile farlo eliminando sprechi e storture), migliorare i rapporti con i privati e contenerli in steccati e regole, e che presto i conti saranno messi a posto.
Intanto i giornali sono pieni di notizie allucinanti: 11 mesi per un esame, 18 mesi per una visita, code, file, attese, disservizi. Chiodi avrà ragione e Venturoni pure: dobbiamo migliorare tutto, lavorare, risparmiare, rimodulare. Restano delle urgenze immediate, perchè uno che è malato grave non può sentirsi dire: “Ripassi fra 11 mesi”. Restano dei problemi gravissiimi, quotidiani, paraospedalieri diciamo: l’inferno dei parcheggi all’ospedale dell’Aquila, gli spazi ristretti, i mari di lamiere arroventate dei parcheggi selvaggi in estate. Rimodulare, quindi, ma anche cambiare qualche responsabile che non lo è affatto. Responsabile dell’immediatezza, del subito, del presto, dell’urgente quotidiano. Non si vive di sole medicine e visite. In ospedale bisogna pur poterci andare senza soffrire disagi, problemi, ostacoli, disservizi, inadeguatezze. (Nelle foto Col: sopra l’ospedale di S.Omero, sotto quello di Teramo)


08 Maggio 2010

Categoria : Cronaca
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