Le interviste – Mimmo, il ricostruttore – “Dobbiamo conservare i valori e la storia”


L’Aquila – A S.Eusanio gli vogliono ancora bene, eppure è stato sindaco per tanti anni. Quando mai la gente vuole bene al suo sindaco? Il potere, come insegna lo sfingeo Andreotti, logora chi non ce l’ha… Ma Srour fa eccezione. Ombroso, poco loquace (parla solo con gli amici), il “levantino” (è nato in Oriente) ingegnere è diventato più aquilano degli aquilani e alle ultime provinciali è stato ricambiato da molti consensi. Più di quanti egli stesso ne aspettasse. Ora il presidente Del Corvo gli affida una patate bollente che potrebbe bruciare mani foderate di amianto. Mimmo Srour, però, accetta, anzi reclama di poter lavorare presto e bene. Per la sua città e per i centri del cratere. InAbruzzo.com gli ha rivolto alcune domande.
1) Assessore Srour, ha risorse, persone e mezzi per affrontare un compito così difficile? E soprattutto, ha le deleghe adeguate?
—Le competenze della provincia sono abbastanza chiare, e riguardano principalmente la ripianificazione urbanistica (piani di ricostruzione dei centri storici), l’edilizia scolastica e logicamente la ricostruzione del suo patrimonio edilizio danneggiato. Per questo il lavoro che deve svolgere la Provincia non è un lavoro che richiede prioritariamente risorse economiche ma un lavoro di assistenza ai comuni, quelli piccoli in particolare, e di promozione di iniziative volte a raggiungimento della più ampia condivisione e partecipazione. Lo scopo deve essere quello di individuare una strategia vincente per la rigenerazione di tutto il territorio. La delega riguarda la ricostruzione nel senso più ampio che questa parola può esprimere in tutti i 42 comuni del Cratere e la struttura la stiamo costituendo, con le migliori risorse disponibili nei diversi settori della provincia.

2) Siamo in una situazione senza precedenti, è chiaro. Ma quali poteri reali ha la Provincia?
—Come ho detto prima, le competenze della provincia sono principalmente di coordinamento, di sprone per accelerare le procedure con un’attenzione particolare alla trasformazione del territorio. I piani regolatori generali sono stati completamente stravolti e questo un danno, non voglio esagerare, rischia di superare il danno prodotto dal terremoto .
3) Lei è un ingegnere, quindi uomo giusto al posto giusto. Qual è la sua stima del danno di identità subito dal centro storico?
—Quello che abbiamo subito è una tragedia dalla dimensioni epocali, infatti in alcuni comuni del cratere, per fortuna sono una decina, con la devastazione dei luoghi e dei centri storici in particolare, noi abbiamo perso quella che era la nostra terza pelle. Perciò stentiamo a riconoscerci nella situazione prodotta. Non mi sento di esagerare nel dire che abbiamo perso molti elementi che costituiscono la nostra vera identità.
4) Se ad esempio una chiesa è crollata quasi del tutto, come si può ricostruire? Ne vale la pena? E’ corretto?
—E’ sbagliato pensare che tutto debba essere fatto come era, un’opera si definisce bella quando testimonia una storia, uno stile autentico. L’opera di Picasso, di Alvar Aalto o di qualsiasi artista trova il suo valore nell’ autenticità, di conseguenza vanno esaminati caso per caso le situazioni da affrontare. Una cosa è certa: che dobbiamo conservare i valori e la storia insita nei nostri centri storici attraverso la conservazione della pianta originaria e dei luoghi che testimoniano valori storici ed artistici.
(Nelle foto, Mimmo Srour da solo e accanto al presidente Del Corvo e all’ing. Bonanni)


18 Giugno 2010

Categoria : Le Interviste
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