L’opinione – Ricostruzione, chi si sorprende che due + due fa quattro?


(di Giampaolo Ceci) – Polemiche, lamentele, incompetenze, inconcludenza, rivendicazioni, ritardi, disorganizzazione, furti, intrallazzi, furberie, illegalità, e per finire anche le manganellate: c’è stato tutto questo nel sisma abruzzese.
Ora basta decido IO dice il Premier! Ci si sorprende? Si tira in ballo scandalizzati il diritto alla democrazia? Il sacrosanto diritto della gente di autogovernarsi? Qui nessuno impedisce l’autogoverno, anzi lo si auspica, ma purtroppo si deve pur prendere realisticamente atto del fatto che i politici locali (né di desta né di sinistra) si sono dimostrati in grado di gestire la “complessa” organizzazione di un evento catastrofico grave che ha sconvolto vita e l’economia di una vasta zona del nostro paese.
Sbaglio?nell’elenco manca qualche cosa? Sono un mentitore disonesto o peggio un servo di Berlusconi o di Bersani?
Purtroppo credo sia necessario prendere atto realisticamente che in questa situazione non resta che auspicarsi che venga prima possibile un Salvatore efficiente che decida e consenta di riprendere il lungo cammino per Tipperay.
Troppo il tempo perso: troppo inconcludenti le decisioni prese, troppe le inefficienze e i ritardi, che non possono ragionevolmente essere attribuite alla mancanza di disponibilità finanziarie o ad un occulto disegno ostativo della volontà popolare. Per elaborare ipotesi organizzative o produrre idee di sviluppo non c’è bisogno di risorse finanziarie disponibili! È vero che la ricostruzione è complessa, ma non poi così tanto!
Non ci voleva molto a determinare i principi dei rimborsi o indennizzi che dir si voglia e criteri più semplici.
Bastava stabilire il principio che lo Stato eroga importi per consolidare le abitazioni lesionate altrimenti al prossimo sisma ci sarebbero stati ancora morti e danni da “indennizzare” e su questo principio tararne l’entità.
Agli edifici strutturalmente più deboli maggiori risorse, a quelli più resistenti di meno, fissando anche un tetto massimo di spesa oltre il quale il consolidamento non era più conveniente.
Si sarebbe potuto stabilire un criterio per concedere indennizzi per i danni o contributi aggiuntivi per ricostruire delle finiture interne danneggiate o per realizzare miglioramenti energetici sulla base dei prezzi del prezzario regionale fino ad una sogli a massima per metro quadro . Tutto molto semplice senza classificazioni astruse ed arbitrarie.
Per gli aggregati del centro storico bastava che il Comune coi suoi esperti avesse diviso D’AUTORITA’ la città in tanti pezzetti o spezzoni a seconda delle caratteristiche della zona e OBBLIGATO i proprietari a consorziarsi definendo le caratteristiche professionali dei presidenti dei consorzi. Ciascun proprietario inserito nel pezzetto o pezzone avrebbe potuto dare incarichi fiduciari al proprio tecnico imponendogli di costituirsi in associazione temporanea di professionisti con gli altri al fine di nominare un loro rappresentante unico.
Il gruppo di lavoro dei progettisti locali avrebbe potuto redigere un progetto unitario del pezzetto o pezzone, indipendentemente dal fatto che siano prime o seconde case o dalla classificazione del danno, concordando le progettazioni con gli esperti nazionali che avrebbero dato le “dritte culturali” e strategiche da inserire nei progetti anche in deroga agli stingenti vincoli di piano regolatore o delle leggi tecniche, col potere anche di imporre la riprogettazione di quegli edifici che male si inseriscono nel contesto storico cittadino.
Bastava istituire una centrale di comando pubblica che tenesse sotto controllo l’avanzamento dei lavori dei singoli pezzetti composta da un responsabile a cui riferiva ciascun tecnico pubblico assegnato ad ogni “ pezzetto”.
Questi tecnici con obbligo di residenza e singolo incarico (come fanno i responsabili unici dei procedimenti avrebbero svolto anche le funzioni di collaudatori in corso d’pera ) avrebbero assolto il compito di CONTROLLARE sia la qualità dei lavori che l’applicazione delle procedure in uso negli appalti pubblici anche per i conferimenti dei subappalti.
Solo gare pubbliche col criterio dell’offerta più conveniente che prevedano punteggi premianti per le imprese che si impegnassero a ridurre i tempi di costruzione e a coinvolgere imprese della zona del cratere o Abruzzesi.
Pagamenti garantiti da banche locali a semplice presentazione del SAl con fattura, che poi se la sarebbero vista con lo stato per farsi restituire gli importi versati alle imprese.
Quanto ci ho messo? Mezza pagina?
Beh se ci sono riuscito io a fare un modello organizzativo per la ricostruzione dei centri storici danneggiati, che sono un sig. nessuno, possibile che non ci siano riusciti i tecnici locali chiamati in campo da chi avrebbe avuto il compito di organizzare la ricostruzione?
Se è così allora bene farebbe il Premier a dire basta.
Se avessi ragione, la prossima volta, i politici abruzzesi, vedano se non sia il caso di farmi una telefonata.


30 Luglio 2010

Categoria : Dai Lettori
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