Le interviste – Moretti, sismologo: “La faglia si scarica proprio sotto Montereale”


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – (ore 00,35) – Antonio Moretti, professore alla facoltà di scienze dell’Aquila, geologo e sismologo, di origine toscana ma da anni ormai affezionato a L’Aquila, tanto da aver deciso di vivere alle porte, ad Arischia, dove, ci dice stasera, “di solito dormo tranquillo”. Professor Moretti, cosa vuol dire, se vuole dire qualcosa, l’ipocentro “alto” registrato nelle ultime scosse, sia a Monteareale che oggi nell’Ascolano?
–”Non vuol dire nulla, non è un’anomalia: non sta accadendo niente di speciale. Quando le stazioni di rilevamento sismico dislocate sul territorio ricevono dei dati effettuano prima di tutto una localizzazione del fenomeno. I computer elaborano quanto ricevono e forniscono subito dei dati sul sisma. Tali dati possono essere imprecisi anche in base ai diversi tempi di arrivo dalla stazione di rilevamento al computer di elaborazione. Inoltre l’ipocentro non è un punto circoscritto, ma una superficie e quindi i dati riferiti risultare imprecisi, approssimativi”.
Insomma, un errore?
–”Diciamo un errore. I computer sono intelligenti, ma non quanto i sismologi… quindi qualche volta non bisogna fidarsi ciecamente. Comunque in quanto alla profondità degli ipocentri, non sta succedendo niente di anomalo”.
Cosa intendete dire quando parlare di una faglia che si rompe e genera un terremoto?
–”Una faglia è una spaccatura del suolo. I sismologi non sono… vermi e quindi non possono esaminarle metro per metro scendendo sotto terra. Gli studi e i dati dicono che le faglie sono sotto sforzo, accumulano tale sforzo anche per molto tempo, e poi quando il sistema cede, si verifica un terremoto. La superficie delle faglie è rugosa, irregolare, quindi in un punto può cedere prima e in un altro dopo. Quando c’è un cedimento in un punto, il terremoto è locale. Oppure ha più localizzazioni. Quando cede una lunga parte della faglia, che si spezza, si rompe, il terremoto riguarda superfici più estese o molto estese. Così più o meno possiamo descrivere ciò che avviene”.
Cosa accade a Montereale?
–”La faglia dell’Aquilano è lunga, va da Bussi a Navelli, Paganica, Pettino, Arischia, Capitignano e Montereale. Altre riguardano l’Umbria ternana una molto lunga va addirittura da Reggio Emilia ad Antrodoco, ha la forma di un’immensa virgola. Il 6 aprile si è mossa la parte aquilana. Ora si sta muovendo quella di Montereale. E’ il ‘pezzo’ che si sta scaricando in queste ore”.
Crede che abbia ancora molta energia?
–”Da quello che so e che penso conoscendo la geologia di questa zona, non ritengo che abbia ancora molta energia. Ma tengo a dire che posso sbagliarmi, possono sbagliarsi tutti, appunto perchè non siamo vermi e non possiamo andare a fare misure sotto terra. Un terremoto più forte può verificarsi. Ma io dormo tranquillo ad Arischia, e mi auguro che non accada nulla, penso che ci siano poche probabilità, diciamo una o due su dieci”.
Quanto ci vorrà per saperlo?
–”Poco tempo, qualche giorno. Più è lungo il perido di relativa calma e di minore frequenza di scosse, più possiamo tranquillizzarci. Senza dimenticare però che questa è zona sismica, lo è stata e lo sarà. Speriamo in tempi lunghi per il ‘ricaricamento’ della pressione delle faglie l’una contro l’altra”.
Buona notte, prof. Moretti.
(Nelle foto il prof. Moretti e sotto, il sismologo durante una spedizione scientifica e archeologica)


01 Settembre 2010

Categoria : Le Interviste
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati