Le cave della discordia


Ofena – E’ ORA CHE LA MAGISTRATURA AQUILANA FACCIA CHIAREZZA SULLA VICENDA - (Foto: cava Collelungo a Ofena) – Scrive Dino Rossi, COSPA Abruzzo: “L’ex sindachessa dal suo insediamento in comune a Ofena dal 2001 si è scontrata con la ditta Di Marzio, tutti a suon di sentenze di tribunale amministrativo fino ad arrivare al consiglio di stato. La Coletti puntava ad un nuovo bando di gara. Pensate che è stato fatto un bando di gara al quale hanno potuto partecipare solo due ditte, anche se il bando era a livello europeo. Infatti, di offerte ne arrivarono due, di cui una non si conosce nemmeno il contenuto, in quanto la busta è conservata in cassaforte presso il comune, senza essere mai stata resa nota. Pensate, solo due offerte per un bando di gara a livello europeo di cui una non è stata mai rivelata. La Procura aquilana ne è a conoscenza in seguito agli esposti inoltrati da questa associazione COSPA: come mai non si è fatto chiarezza?
Un’altra cosa veramente strana è che il comune è estraneo agli ultimi sviluppi dell’esposto presentato dall’ex sindachessa, che accusa la ditta Di Marzio di aver adoperato materiale inquinante per il ripristino della cava e di aver scavato più del dovuto. Qui una domanda sorge spontanea: dov’era l’amministrazione quando veniva fatto la coltivazione della cava, visto che ha governato per 10 anni il paese? Per dieci anni è stato permesso l’utilizzo di materiale inquinante? Strano che l’amministrazione non abbia denunciato prima la ditta visto che i fanghi di lavorazione per anni, durante la sua legislazione, sono stati a ridosso della strada provinciale. Se questi sono pericolosi come denunciato, lo erano anche quando lei era sindaco. Guarda caso, si accorge solo alla fine del suo mandato e stranamente ad essere indagati sono solo i cavatori. Ma per l’inquinamento ambientale non ne risponde direttamente il Sindaco? Si contesta anche l’eccessiva estrazione.
Anche qui l’accusa fatta dall’ex sindachessa, fa acqua da tutte le parti. Ogni hanno vengono presentate in comune le misurazioni per il pagamento della quota, quota pagata anticipatamente dalla Di Marzio. Come si può accusare una ditta che paga sei mesi anticipati la quota spettante e come si può accusare un esubero di escavazione, visto che subito dopo il suo insediamento è stato rifatto il contratto a firma dell’ex sindachessa? Anche in queste circostanze la signora Coletti si accorge che la ditta ha scavato di più a dieci anni dal suo mandato. È ora che la magistratura aquilana faccia chiarezza su tutta la storia ed accerti di effettivamente sono le responsabilità, visto che a pagare in questo caso, per capricci di una donna egocentrica, forse anche raccomandata, usa la magistratura per colpire padri di famiglia ed imprenditori, colpevoli solo di essere capitati in un paese dove è comparsa una signora senza scrupoli, che per anni è sta a Pescara”.


09 Luglio 2012

Categoria : Cronaca
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