Due “botte” colpiscono le Rocche: il terremoto devasta le case e il turismo estivo


rocca-di-mezzoRocca di Mezzo – Passata l’emergenza abitativa – o almeno avviate delle soluzioni di cui verificheremo poi l’efficacia reale – restano i danni che sull’altopiano delle Rocche hanno portato due terribili “botte”: il trenta per cento del patrimonio abitativo, in alcuni centri però anche di più, risulta colpito e bisognoso di interventi radicali e urgenti, e il turismo messo più che in ginocchio, prostrato a terra. Il turismo estivo, quello che solitamente porta migliaia di persone (turisti, ma anche gente che ha casa in quel meraviglioso “tetto d’Abruzzo”, quest’anno non s’è visto. Poco o niente. La gente ha avuto paura, e il protrarsi dei fenomeni sismici nei mesi dopo aprile ha certo peggiorato la situazione. Ad ogni scossa, andava via qualcuno dei pochi che avevano deciso di restare qualche giorno a godersi la frescura, la buona cucina, i paesaggi, l’amenità di paesi uno più bello dell’altro. Il sindaco di Rocca di Mezzo, Emilio Nusca, si augura in un’intervista televisiva che le cose cambino adesso, alla vigilia della stagione autunnale-invernale che ogni anno porta sulle Rocche un patrimonio inestimabile: la neve. Se l’estate è andata male, si conta sull’inverno e sulla clemenza della natura. In ogni senso. Le amministrazioni stanno facendo il possibile per ristrutturare, riaprire case e residences: ma è ben noto ai sindaci tutti che da soli i centri colpiti non potranno mai farcela.
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E’ per questo che Nusca ha lanciato un appello molto logico e ragionevole: bisogna operare per la ricostruzione di tutto l’Aquilano e non soltanto della città. Ricostruire “tutto il territorio”, uscire da localismi, pensare alla collettività del cratere sismico. Non esistono zone privilegiate o con un viatico di predilezione rispetto ad altre. L’Aquilano o rinasce complessivamente, riconquistando le proprie risorse e le proprie vocazioni, oppure non rinasce, almeno per ora: superare stagioni e anni senza le risorse tipiche della monagna rocchigiana, basate sul turismo, sarà impossibile. Un discorso che anche altri sindaci condividono, probabilmente, ma che non si sente fare per esempio dai politici regionali. Anzi, costoro hanno scelto vacanze lunghe dai primi di agosto al 22 settembre. Nessuno di loro ha avuto la percezione di urgenti necessità, per esempio una seduta dedicata alla ricostruzione omogenea e complessiva, coordinata e progettata in tutti i centri colpiti. La Regione avrebbe potuto e dovuto fare proposte, stilare documenti, avanzare richieste perentorie. Invece è andata in ferie e ancora ci sta. Difficile per un povero sindaco di quassù capire un’istituzione così distant, estranea, nonostante l’impegno di alcuni suoi uomini, quasi a titolo personale. Si allude a Chiodi, a De Matteis, a Ricciuti e a qualche altro. Ma la Regione istituzione dov’è?
Le Rocche, infine, sono provate anche da una situazione molto difficile: la strada che collega l’Altipiano a L’Aquila attraverso Fonte Avignone e Terranera è chiusa, sbarrata. Il viaggio di 23-24 km verso L’Aquila è lungo e tortuoso. La riapertura della strada è attesa spasmodicamente, anche se l’accesso è garantito sull’altro versante dal collegamento con l’autostrada A-25.
(Nelle foto: Un paesaggio dell’Altopiano e il sindaco di Rocca di Mezzo, Emilio Nusca)


06 Settembre 2009

Categoria : Cronaca
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