Gabrielli: mai pressioni da Bertolaso – “E’ difficile vivere in uno stato di sospetto”


L’Aquila – Il prefetto Gabrielli, chiarisce alcuni dettagli riguardanti il comportamento del capo Dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso. All’agenzia ASCA ha detto “di non credere che facesse parte del sistema o, addirittura, che fosse un capocupola”. ”Posso dire che ho conosciuto lo stesso Bertolaso che tutti hanno apprezzato ed amato. Ci sono stati frangenti in cui se solo avesse voluto avrebbe potuto indirizzarmi verso una certa strada. Invece… Ci sono prove provate della sua onestà”. ”Io in quelle gare d’appalto c’ero. Mi avessero fatto solo tagliare i nastri delle inaugurazioni avrei capito – prosegue Gabrielli – ma c’ero dentro le procedure e sono in grado di capire il verso della carrozza”. E ancora: ”Ho passato con Bertolaso dieci mesi di intenso lavoro e ho apprezzato la sua integrita”’. Per il Prefetto i contorni dell’inchiesta fiorentina, ”del verminaio, come qualcuno lo ha chiamato”, sono ancora tutti da definire. ”Questa – conclude il prefetto Gabrielli – e’ un’interpretazione laicamente aperta ai fatti, non alle suggestioni o alle interpretazioni”.
Vent’anni da poliziotto alle spalle, incarichi ad altissimi livelli nella sicurezza, il prefetto Franco Gabrielli, dopo oltre dieci mesi passati a fianco dei terremotati e del loro dolore, confessa ad ASCA ”quanto sia faticoso, mortificante e debilitante vivere in questo continuo stato di sospetto”. ”E’ giusto e doveroso – aggiunge – che si puniscano, e seriamente, i colpevoli, ma lo e’ altrettanto non dimenticare. Per questo condivido lo sconforto dei cittadini di questo nostro Paese quando vicende passate rimangono li’. La nostra e’ una giustizia negata in tutti i sensi: a chi ne avrebbe diritto a anche ha chi ha compiuto atti non leciti”. E ancora: ”Il nostro e’ un Paese che tende all’oblio, dove domina una perversissima giustizia del momento. Chi e’ screditato, tanto piu’ lo e’ e tanto piu’ vede segnata la propria vita. Con amarezza, invece, chi ha commesso un illecito deve solo aspettare che passi un po’ di tempo”. In questo contesto, per Gabrielli ”si producono in una volta due conseguenze aberranti, si distrugge la vita a chi e’ stato ingiustamente o in parte colpevolizzato, mentre per chi e’ stato autore di malaffare vale il detto ‘passata la festa, gabbato il santo”’. ”Il fatto che tutto sia ammantato dall’ombra del sospetto – sottolinea Gabrielli – dalla convinzione che questa e’ la patria del ‘magna magna’ e che non si perseguono gli interessi generali, mi rattrista e mi amareggia. Ma per questo non ci sono antidoti o soluzioni”. ”Rivendico invece – ammonisce – tutte le cose importanti fatte e che ho visto fare da tante persone, con dedizione, per dare un’abitazione, una scuola, dei servizi a chi ne aveva bisogno. Anch’io ho partecipato con l’onesta’ intellettuale e con l’amore che ogni serio funzionario dello Stato deve”.
”Sulla Btp, l’impresa fiorentina finita nell’inchiesta G8, posso dire che ha partecipato ad una gara d’appalto da me presieduta. All’Aquila sono stati realizzati 32 Moduli provvisori ad uso scolatico ed io sono stato presente alle gare per 31 di essi, fatta eccezione per il Conservatorio”.
(Nella foto il prefetto Franco Gabrielli)


18 Febbraio 2010

Categoria : Cronaca
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