Il prefetto: “Querelerò la rivista Left”


L’Aquila – Ha perso la pazienza il prefetto dell’Aquila Gabrielli, futuro probabile succerssore di Bertolaso alla guida della Protezione civile nazionale, ma anche poliziotto di rango come ex capo del servizio segreto civile Sisde. E querela chi propala, a suo giudizio, delle falsità. ”Mi si dice che avrei dovuto vigilare sull’operato di Bertolaso, che invece le mie funzioni siano state dimezzate dalla fantomatica Dicomac e non mi sia mai lamentato per questo. Ma la legge 225 del 1992 non riferisce al Prefetto alcuna competenza sull’emergenza. Al piu’, il Prefetto ha qualche competenza nella fase precedente, tra l’evento e la nomina del Commissario. Meno che meno nel mio caso, visto che la mia nomina e’ stata successiva a quella del Commissario”. Franco Gabrielli, snocciola tutte le ”falsita”’ scritte dalla rivista ”Left” sul suo conto ed oggetto di una denuncia querela. Il Prefetto dell’Aquila, in conferenza, ha chiarito, anzi, che dal primo maggio, giorno dell’investitura a vice Commissario delegato, il suo ruolo non solo non e’ stato marginale, ma e’ divenuto ancora piu’ pregnante, primario nell’emergenza. Quanto alla denegazione dell’autorizzazione alla ditta De Marco, in odor di mafia, prima rifiutata e poi concessa, Gabrielli ha spiegato che al momento non sussistevano elementi cosi’ definiti da giustificare l’esclusione dell’impresa. Non un ”tardivo ripensamento”, dunque, ma il frutto di un lavoro d’indagine basato sui fatti, non sulla rappresentazione di situazioni abnormi. Il Prefetto, inoltre, parlando del Decreto Abruzzo, che nell’articolo oggetto di denuncia si cita in quanto avrebbe dato poteri straordinari a Gabrielli mai applicati, l’ex capo del Sisde ha precisato di avere gli stessi poteri dei colleghi Prefetti di tutta Italia: ”faccio solo da collettore, ricevo certificazioni antimafia prodotte dalle Prefetture dove hanno sede legale le ditte beneficiarie di appalti e poi le applico”. ”Semmai – ha proseguito Gabrielli – poteri ”invasivi’ mi sono derivati dalle Linee guida, pubblicate l’8 luglio, frutto della collaborazione con il Comitato di coordinamento per l’Alta sorveglianza alle grandi opere”. Per quanto riguarda, infine, il mancato controllo sulla tracciabilita’ dei flussi di denaro, Gabrielli e’ stato categorico: ”Se non c’e’ stato un decreto la colpa non e’ del Prefetto, che anzi si e’ cautelato ottenendo dal Comitato stesso l’obbligo al CPU”. (Nella foto Franco Gabrielli)


20 Aprile 2010

Categoria : Cronaca
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